L’Arma dei carabinieri aprirà presto un’inchiesta interna per accertare le eventuali responsabilità ascrivibili ai colleghi del Noe (Nucleo Operativo Ecologico) nelle inchieste Cpl Concordia e Consip. Sotto i riflettori degli investigatori in divisa finiranno, verosimilmente, Gianpaolo Scafarto e Sergio De Caprio, rispettivamente capitano e colonnello del Noe, accusati da una parte del Pd (il Giglio Magico) e dai media mainstream (Repubblica e Corriere della Sera su tutti) di avere ordito un piano eversivo allo scopo di disarcionare l’allora presidente del Consiglio da Palazzo Chigi attraverso una offensiva giudiziaria montata ad arte.
Ma il colonnello De Caprio - noto con il soprannome di capitano Ultimo, l’uomo che arrestò Totò Riina nel gennaio 1993 - non ci sta. Rigetta le accuse che ritiene ingiuste e fa sapere di non vedere l’ora di poter fornire la sua versione dei fatti.
Ultimo sospettato di golpe
La notizia dell’imminente apertura di una inchiesta interna da parte dei carabinieri la fornisce, questa mattina, 18 settembre, il giornalista di Repubblica Giuliano Foschini. L’audit dell’Arma dovrà cercare di stabilire se alcuni membri del Nucleo Operativo Ecologico, in particolare il colonnello Sergio De Caprio e il capitano Gianpaolo Scafarto, abbiano agito in modo illecito nel corso delle investigazioni su Cpl Concordia (2015) e Consip (2016).
Il sospetto, avanzato da Pd e alcuni organi di stampa, e avallato dalla deposizione di fronte al Csm del procuratore di Modena Lucia Musti, è che alcuni carabinieri abbiano agito in maniera ‘infedele’ cercando di alterare prove e di condizionare il giudizio dei magistrati. Lo scopo? Arrivare a colpire Matteo Renzi, estromettendolo da Palazzo Chigi.
Insomma, una vera e propria trama eversiva, un golpe. Almeno secondo gli accusatori.
La reazione di De Caprio: ‘Trattato come un terrorista’
La decisione dei vertici dell’Arma di investigare su Ultimo sarebbe stata presa definitivamente dopo che il ‘cacciatore di Riina’ ha dichiarato che “l’unico golpe è quello perpetrato contro i cittadini, quelli che non hanno una casa e non hanno un lavoro”, in risposta alle accuse rivoltegli dalla Musti.
La reazione a caldo di De Caprio è stata degna di una fiction. “Noi siamo pronti a rispondere a tutti, anzi non vediamo l’ora che accada”, è sbottato l’ufficiale per bocca del suo avvocato Francesco Romito. Secondo il legale, Ultimo starebbe scalpitando per ottenere un “confronto pubblico” con i suoi accusatori. A suo modo di vedere, lui è stato invischiato “nel mezzo di un gioco incredibile e inaccettabile”, accusato di eversione e trattato come un terrorista dal segretario Pd, Matteo Renzi, dal ministro della Difesa, Roberta Pinotti, e anche dal premier Paolo Gentiloni. Il punto fondamentale della sua difesa sarà il fatto che, durante il confronto con il pm Musti, non avrebbe potuto parlare di Renzi (inchiesta Cpl Concordia) perché privo dall’agosto del 2015 delle deleghe di polizia giudiziaria. Per quanto riguarda Consip, poi, lui non se ne sarebbe nemmeno occupato. E i suoi rapporti con Scafarto? “Una questione tra colleghi. Altro che colpo di Stato”.