Grande risalto oggi sui maggiori organi di stampa alla notizia delle rivelazioni fatte dal procuratore di Modena, Lucia Musti, sentita in audizione lo scorso 17 luglio dal Consiglio Superiore della Magistratura. La Musti ha parlato dei colloqui avuti tra il 2015 e il 2016 con due ufficiali dei carabinieri del Noe - il colonnello Sergio De Caprio (l’ex capitano Ultimo) e il capitano Gianpaolo Scafarto - titolari dell’inchiesta Consip che coinvolge, tra gli altri, la famiglia Renzi, ma anche di quella Cpl Concordia in cui compaiono le intercettazioni dell’allora premier con il generale della Guardia di finanza Michele Adinolfi.
Il caso Consip, all’epoca dei fatti riportati dalla Musti non era ancora deflagrato sui giornali, ma il procuratore di Modena mette in bocca ai due ufficiali dell’Arma parole molto dure contro Renzi e lancia il sospetto che il Noe avesse la precisa intenzione di colpirlo. Il colonnello De Caprio, naturalmente, smentisce fermamente la versione dei fatti fornita dal magistrato emiliano e annuncia azioni legali.
Le accuse di Musti a Scafarto e De Caprio: ‘Arriviamo a Renzi’, ‘Abbiamo una bomba in mano’
“Lei ha una bomba in mano, se vuole la può fare esplodere”. Questa la frase pronunciata secondo il magistrato Lucia Musti dal capitano Ultimo nel 2015 in relazione all’inchiesta Cpl-Concordia, trasmessa da Napoli anche a Modena per competenza, in cui erano presenti, come detto, le intercettazioni tra Renzi e Adinolfi.
Parole ed esortazioni sospette, secondo la Musti, che anticipavano quanto sarebbe successo alcuni mesi dopo, nel settembre 2016, quando il carabiniere del Noe Gianpaolo Scafarto, durante un colloquio nell’ufficio del magistrato, le avrebbe confidenzialmente rivelato (violando il segreto investigativo) che presto “scoppierà un casino, arriviamo a Renzi”.
Di lì a poco, effettivamente il casino scoppierà veramente con l’inchiesta Consip aperta a Napoli che coinvolge tuttora, oltre a babbo Renzi, il ministro Luca Lotti e i vertici dell’Arma dei Carabinieri. Il procuratore Musti definisce gli ufficiali del Noe degli “esagitati” e, nel corso dell’audizione del 17 luglio, lancia pesanti accuse sulle informative “fatte con i piedi” che contengono solo “chiacchiere da bar”.
Insomma, conclude il magistrato, “uno più uno fa due”.
La risposta di De Caprio: ‘Una lobby contro il popolo italiano’
Accuse infamanti che hanno fatto andare su tutte le furie il capitano Ultimo, costretto ad una immediata smentita pubblicata dall’Ansa. De Caprio giura di non aver mai svolto “indagini per fini politici” e definisce quanto sta accadendo sui mass media una “campagna di linciaggio”. In merito ai rapporti con il procuratore Musti, l’ufficiale dei carabinieri riferisce di non averla “mai forzata a compiere azioni illegali” e di aver sempre operato in modo leale nei suoi confronti. Poi, la frase chiave: “Non ho mai parlato di Matteo Renzi né con la dottoressa Musti né con altri”. Una smentita secca ed imbarazzante della versione fornita da Lucia Musti.
Secondo lui alcuni “organi di disinformazione” sarebbero al servizio, con le loro bugie, a fantomatiche “lobby” che da molto tempo starebbero cercando di “sfruttare il popolo italiano”. Quindi, ci tiene a chiarire che lui e i suoi uomini non sono mai stati “esagitati”, nemmeno nel gennaio 1993, all’epoca della cattura di Totò Riina. Per questo motivo, conclude De Caprio, sta valutando di sporgere querela contro tutti coloro che stanno diffondendo notizie false sul suo conto.