"Continuerò la mia vita come prima, ma ci sono anche persone che si uccidono per quello che è capitato a me". Ha scelto di reagire e di parlare, la pensionata che è stata violentata mercoledì mattina a Milano nel Parco Nord. E' una donna esile ma caratterialmente molto forte, e quasi non si direbbe abbia 81 anni. Intervistata dalla giornalista Marianna Vazzana del quotidiano Il Giorno, ha ricostruito i drammatici momenti in cui si è consumata la violenza. Informazioni preziose che aveva già fornito agli inquirenti, i magistrati del pool "Soggetti deboli" della procura di Milano e gli agenti della squadra mobile che stanno dando la caccia all'uomo, probabilmente uno straniero.

Il racconto choc della vittima

L'altra mattina l'anziana è uscita di casa molto presto. Alle sei era già in strada per fare una passeggiata: come tutte le mattine, percorre circa sei chilometri a passo svelto. Non indossava pantaloni o un completo sportivo, bensì un abito leggero. Aveva iniziato già da un po' la sua camminata nel polmone verde di Milano, anche conosciuto come "bosco di Bruzzano", quando ha visto un uomo avvicinarsi, all'apparrenza dai modi gentili. Ma dopo qualche istante, all'improvviso, la donna ha sentito un oggetto appuntito contro la gola, un coltello, e quando è riuscita a voltarsi ha potuto mettere a fuoco quell'uomo. La vittima lo ricorda così: sui trent'anni, pelle scura, cappello nero, maglia e pantaloni anch'essi scuri.

La pensionata è convinta fosse straniero da come parlava l'italiano, abbastanza bene ma non al punto da non tradire una provenienza da un altro paese. Lei gli ha urlato: "Ma cosa sta facendo"? Lui le ha risposto in italiano: "Voglio te". Saranno state le 6 e 15 e in quel momento non passava nessuno.

Lo stupro in una zona isolata

La donna ha la voce sostenuta mentre racconta quei terribili momenti: non avrebbe mai immaginato una cosa del genere, pensava a una rapina e fino all'ultimo l'ha implorato, dicendogli la sua età e promettendogli dei soldi, che non aveva. "Sono una donna anziana, ho ottant'anni", gli ha detto. Ma l'aggressore non ha voluto sentire ragione.

Minacciandola con il coltello, l'ha costretta ad andare in una zona del Parco nascosta e le ha intimato di sdraiarsi. Lei ha cercato ancora di offrirgli denaro, ma l'uomo ha insistito: "voglio te". Ed è lì che, dopo averla bloccata, tenendola ferma, è avvenuta la violenza. Dopo che l'uomo ha realizzato il suo piano, l'ha lasciata andare.

La forza di reagire

L'anziana ha dimostrato di avere veramente una tempra forte. Dopo lo stupro, sia pure sotto choc, è tornata a casa, ha raccontato al figlio, che non riusciva a crederci, cosa le era accaduto e le ha suggerito di andare a denunciare il fatto. Ma lei prima si è lavata e disinfettata, quindi è andata all'ospedale Niguarda come fa tutti i giorni, perché si dedica al volontariato e assiste i malati, si è confidata con un'infermiera che l'ha accompagnata subito al pronto soccorso dove è stata inizialmente visitata.

Poi è stata ancora visitata alla clinica antiviolenza Mangiagalli. Oltre ai soccorsi sono scattate le indagini: gli inquirenti hanno raccolto la sua testimonianza. Nella struttura è rimasta ricoverata un solo giorno. L'indomani è stata dimessa. Ora è tornata a casa. Si augura che il suo violentatore venga preso presto e paghi per ciò che ha fatto. Se lo incontrasse oggi gli direbbe: "vergognati". Sa che nulla sarà più come prima e che avrà nella mente l'accaduto finché vivrà. Ma farà di tutto per non farsi condizionare, per tornare alla vita che aveva prima, alle sue abitudini, compresa la passeggiata quotidiana nel parco. Magari a un orario meno mattiniero.