Chi l'avrebbe mai immaginato, alcuni anni fa, che la Romania, in questo periodo storico, sta avendo una crescita economica che supera di gran lunga quella degli altri paesi dell'unione europea. Uscita dal comunismo, dopo il crollo dell'Unione Sovietica, con un' economia al collassso, man mano, si è andata riprendendo anche grazie ai tantissimi suoi cittadini che hanno emigrato all'estero in cerca di lavoro e di condizioni di vita migliori. In Italia,i rumeni rappresentano la prima comunità di stranieri residenti.

Apertura all'Europa

E' stato il 1 gennaio 2007 la data fatidica che ha permesso questo miracolo economico perchè, a partire da quel giorno, la romania ha potuto godere non solo dei benefici economici in termini di contributi finanziari, come gli altri stati membri dell'unione, ma anche ha potuto attrarre investimenti da parte di imprenditori coraggiosi che hanno così potuto delocalizzare le proprie aziende grazie, sopratutto, ai bassi costi di produzione legati alle retribuzioni e al basso livello di tassazione.

C'è poi, inoltre, da tenere in considerazione la rimessa di denaro dei lavoratori rumeni dall'estero in euro,moneta più forte rispetto al Leu nazionale.

La Romania senza la moneta unica

L'europeismo della Romania, almeno per il momento, non contempla l'adozione della moneta unica, come ha dichiarato, di recente ai nezzi di informazione, il primo ministro socialdemocratico Mihai Tudose. L'entrata nell'Euro non è neanche nell'agenda del governo ,ha affernato, poichè prima di prendere una tale decisione, vi è la necessità di compiere una seria analisi congiunta tra la banca centrale rumena, il governo e il parlamento. Di parere contrario, si è espresso, invece, il ministro degli esteri Teodor Melescanu appartenente all'Alleanza dei Liberali, che in una intervista al giornale polacco Rzeczpospolita, ha ammesso che la Romania potrebbe cominciare ad impiegare l'Euro al posto del Leu a partire dal 2022 pur ribadendo gli effetti negativi che tale adozione avrebbe sulle classi dei meno abbienti e dei pensionati.

Sta di fatto che, la Romania corre verso una crescita economica che , attualmente, è più del doppio della media dell'Eurozona. E i dati stanno a dimostrarlo: un +5.9% del Pil registrato nel secondo trimestre di quest'anno che supera, di gran lunga, quello previsto dal governo ovvero del + 4,8-5,1% e del +4,2% previsto dal fondo monetario internazionale.

Infine, si registra un aumento della produzione industriale del +8% e il tasso di disoccupazione è tra i più bassi nella storia del paese. E tutto ciò è potuto accadere alla politica monetaria adottata dalle autorità rumene che hanno preferito la moneta debole del Leu ad una moneta forte come l'Euro.