È arrivata nella serata di lunedì 11 Settembre la decisione del consiglio di sicurezza dell'Onu di infliggere ulteriori sanzioni al regime di Kim Jong Un. Le sanzioni, che sono state approvate all'unanimità da tutti i componenti del consiglio, prevedono il bando alle esportazioni tessili e il divieto alle importazioni di petrolio e gas naturale verso la Corea del Nord. Per quanto riguarda il secondo divieto è da sottolineare però un'eccezione, è consentita infatti "la fornitura, il trasferimento o la vendita a Pyongyang di tutti i derivati del petrolio fino a 500.000 barili per un periodo di tre mesi [...] e fino a 2 milioni di barili l'anno a partire dall' 01/01/2018.
A condizione che siano impiegati esclusivamente al sostentamento della popolazione".
Il testo è stato "ammorbidito"
Per ottenere l'appoggio della Russia e della Cina, membri permanenti e quindi con diritto di veto, il testo originale è stato fortemente modificato. È stato infatti eliminato l'inserimento di Kim Jong Un nella lista nera che avrebbe portato al blocco dei suoi asset finanziari e al divieto di mettersi in viaggio.
Voce a Cina, Giappone, Corea del Sud e Stati Uniti
Sono stati numerosi i pareri espressi. Il portavoce del ministero degli Esteri cinese ha affermato di aver sostenuto l'adozione di "misure adeguate", sperando che le nuove sanzioni siano rispettate. Si è però manifestato contrario all'installazione dei sistemi antimissile Thaad in Corea del Sud.
Sul tema è intervenuto anche il premier giapponese Shinzo Abe che ha ribadito l'importanza di ulteriori pressioni su Pyongyang per costringerlo ad abbandonare il suo piano nucleare. Ha inoltre definito le sanzioni come "significativamente rigorose". Per quanto riguarda la Corea del Sud, Seul ha definito le sanzioni un "pesante monito" alla Corea del Nord, e ha affermato come esse rappresentino l'impegno della comunità internazionale a non tollerare il programma nucleare di Kim Jong Un.
Infine sulla questione è intervenuta anche l'ambasciatrice USA all'Onu, Nikki Haley, affermando che è compito del mondo civilizzato fermare la marcia della Corea del Nord verso la costruzione di un arsenale nucleare.
La Corea del Nord continua a minacciare
Nel mentre che il Consiglio di sicurezza dell'Onu decideva le sanzioni da infliggere alla Corea del Nord, Kim Jong Un minacciava ancora una volta l'America, affermando che gli Stati Uniti "proveranno i più grandi dolori e le peggiori sofferenze" se spingeranno per ulteriori e più pesanti sanzioni.