Una ricorrenza importante nella storia della Corea del Nord. Il 9 settembre 1948, infatti, l'Assemblea Popolare Suprema proclamò la Repubblica Popolare Democratica di Corea a Pyongyang, sotto la guida del futuro 'presidente eterno' Kim Il-sung. La vigilia dell'anniversario, 69 anni dopo, viene vissuta con ansia dalla Corea del Sud che teme fortemente le intenzioni del regime di Pyongyang di voler celebrare l'evento con un nuovo lancio missilistico. Ad esporre ad alta voce questi timori è la portavoce del ministero sudcoreano dell'Unificazione, Eugene Lee, che ha ricordato come spesso i test e le provocazioni internazionali da parte della Corea del Nord siano avvenuti in occasione delle più importanti ricorrenze dello Stato.
Arriva la portaerei 'Ronald Reagan'
In tal senso, desta ulteriore preoccupazione la decisione del Pentagono di far muovere una delle ammiraglie della colossale flotta militare statunitense. La portaerei a propulsione nucleare USS 'Ronald Reagan', infatti, ha lasciato la base nipponica di Yokosuka e naviga nelle acque del Mar del Giappone per quella che, a detta del comando militare di Washington, viene considerata una 'missione a lungo termine'. L'obiettivo delle forze armate americane di concerto con quelle sudcoreane è quello di tenere alto il livello di sicurezza nell'area. La 'Ronald Reagan' era arrivata in Giappone lo scorso mese di agosto, dopo aver effettuato una serie di esercitazioni militari congiunte con la 'Carl Vinson'.
Era il periodo in cui Donald Trump, in risposta ai continui test missilistici del regime nordcoreano, aveva annunciato l'arrivo della sua 'armada'. Con il senno di poi, un inutile sfoggio di potenza militare se consideriamo che Kim Jong-un non si è affatto intimidito e, al contrario, ha alzato il tono delle minacce e la frequenza delle sue provocazioni belliche.
Trump: 'L'opzione militare non è inevitabile'
Intanto, dopo il forte scambio di battute tra i rispettivi ambasciatori nel corso dell'ultima riunione al Consiglio di sicurezza dell'ONU, c'è stato un colloquio telefonico tra il presidente americano, Donald Trump, ed il leader cinese Xi Jinping. Quest'ultimo ha sostanzialmente confermato al suo omologo statunitense, ancora una volta, la posizione della Cina su tutta la questione.
"C'è una sola soluzione, quella diplomatica e con mezzi pacifici". Un dialogo piuttosto cordiale tra i due, come già accaduto in passato, che ha portato Trump a correggere leggermente il tiro. "Guerra inevitabile? Nulla è inevitabile - ha detto 'TheDonald' - e sebbene l'opzione militare è tra quelle sul tavolo, non è la nostra prima scelta. Io spero sempre di non dover ricorrere a questa soluzione, perché se così fosse sarebbe un giorno triste per la Corea del Nord".