L’esultanza, di istituzioni, politici e semplici cittadini italiani sembra unanime dopo la notizia dell’arresto di Rocco Morabito, avvenuto in Uruguay domenica 3 ottobre. Il boss della ‘ndrangheta del paese calabrese di Africo, latitante dal 1994, ben 23 anni, è stato fermato dalle autorità uruguayane in un albergo nei pressi della sua mega villa di Punta del Este, nel quartiere di Beverly Hills (omonimo della famigerata zona vip di Los Angeles). Morabito è accusato (già condannato da tempo) di essere uno degli strateghi del traffico di cocaina tra il Sudamerica e l’Europa.

Si dà il caso, però, che, al momento, il boss ‘ndranghetista sia stato fermato solo per falsificazione di documenti e falso ideologico. Se dovesse essere momentaneamente scarcerato, visto che i reati addebitatigli non sono così gravi, questa la paura degli inquirenti italiani, Morabito potrebbe rendersi nuovamente uccel di bosco.

Le accuse contro Morabito e la difesa del suo avvocato

“Dal 1994, il mio cliente ha una vita normale e non ha nulla a che fare con attività delittuose o organizzazioni criminali”, ha detto l’avvocato che cura gli interessi di Rocco Morabito, secondo quanto riporta il quotidiano Repubblica. E proprio in questa breve frase si concentra la linea difensiva del legale. Se, infatti, si riuscisse a dimostrare che, se pur sotto mentite spoglie, Morabito è stato un cittadino uruguaiano modello negli ultimi anni, il suo arresto potrebbe essere annullato.

E, una volta fuori, colui che nel paese sudamericano è conosciuto come un semplice imprenditore attivo nel business della soia, non avrebbe difficoltà a far perdere nuovamente le proprie tracce, vista la rete di protezione ai massimi livelli di cui gode. E così, addio estradizione in Italia.

L’esultanza di Minniti e della politica

Al momento, comunque, il nipote del boss Giuseppe Morabito, detto u tiradrittu, che ha fatto le sue fortune criminali a Milano e in Lombardia, si trova ristretto in un carcere uruguaiano. È dunque logico che le istituzioni e i partiti politici italiani si abbandonino ai festeggiamenti, cercando di mettere il cappello sulla brillante operazione di polizia.

Il ministro dell’Interno Marco Minniti parla di “importante risultato” contro il latitante più noto e pericoloso della ‘ndrangheta. Anche il presidente del Senato, Pietro Grasso, insieme ai complimenti agli “investigatori italiani e uruguaiani”, parla di “splendida notizia”.

La nota della polizia

Una nota diffusa dalla polizia spiega come l’arresto di Morabito sia avvenuto in un albergo di Punta del Este “dopo mesi di intense attività di cooperazione internazionale ed intelligence”. Secondo i poliziotti italiani sarebbe “stato accertato che Morabito aveva ottenuto documenti uruguaiani presentando documenti brasiliani con il nome di Francisco Antonio Capeletto Souza”. La nota spiega, poi, che le ricerche del latitante non si siano mai arrestate fin dal 1995, anno in cui è stata emessa una “Red notice internazionale” nei confronti di Morabito.

Durante la perquisizione della sua villa, infine, sono stati rinvenuti e sequestrati, prosegue la nota, “dodici carte di credito, assegni, denaro contante, 13 telefonini, armi, una Mercedes e numerosissime fotografie con il volto del Morabito”. Arrestata insieme all’uomo anche la sua compagna Paula Maria De Olivera Correia, 54enne di origine angolana.