Secondo i magistrati che hanno chiesto la condanna all'ergastolo per epidemia dolosa e lesioni gravissime, Valentino Talluto avrebbe consapevolmente contagiato con il virus dell'hiv almeno trenta donne, con le quali in alcuni casi ha fatto di tutto per convincerle ad avere rapporti non protetti. Quando gli inquirenti capirono il modus operandi di Talluto hanno rintracciato le ragazze contagiate grazie ai tabulati telefonici, mentre lui ha sempre negato le proprie responsabilità e non ha mai mostrato segni di pentimento. L'uomo avrebbe agito da "untore seriale", portando avanti con lucidità e determinazione un programma criminale.

Sono 57 le persone contagiate, direttamente o indirettamente dalle azioni dell'uomo, che nonostante tutto rigetta l'etichetta di "untore" e sostiene che quanto sia stato scritto sul suo conto non corrisponda al vero. Fanpage.it ha intervistato, in modo anonimo, una delle sue vittime. Vi proponiamo il racconto del suo calvario.

Il racconto di una vittima

"Non pensavo che mi potesse succedere questo, per di più con una persona in cui riponevo fiducia. Vorrei domandargli perché si è comportato così, come può giustificare un'azione simile". Esordisce così una delle giovani contagiate dal virus dell'Hiv intervistata da Fanpage.it. La ragazza ha deciso di rendere pubblica la propria vicenda, pur rimanendo protetta dall'anonimato.

Una storia simile a quella di altre decine di ragazze che come lei sono state condannate alla sieropositività da Valentino Talluto, soprannominato "l'untore di Roma".

Come ha conosciuto l'untore

La ragazza decise per gioco di iscriversi ad un social network, e fu li che entrò in contatto con Valentino. L'uomo le scrisse un messaggio, e da li iniziarono a chattare assiduamente.

Iniziarono a frequentarsi, formando una vera e propria coppia di fidanzati. Fino a quando un giorno la ragazza chiese a Talluto lumi sul decesso di sua madre, e lui le rispose che aveva avuto problemi di tossicodipendenza e che era morta di AIDS. A quel punto la fidanzata gli chiese di sottoporsi al test, ed il risultato fu positivo.

La relazione tra i due è andata avanti per tre anni. Da quando ha scoperto di essere sieropositiva la sua vita è profondamente cambiata. "E' un pensiero costante, che inizia la mattina e non mi abbandona mai. Anche se grazie alla terapia il sistema immunitario sta reagendo bene al virus". Inoltre la ragazza deve fare i conti con la paura di poter contagiare qualcuno. Si sente pericolosa. Il fatto di condividere il dramma con altre ragazze che hanno subito la stessa sorte è un elemento che le ha dato forza. Le vittime di Talluto chiedono un maggiore impegno sul fronte della prevenzione: "dell'Hiv non se ne parlava più da tempo, dagli anni '80, mentre è un pericolo ancora attuale".