Mangiare bene è sempre più un esercizio a cui molti italiani si dedicano. Tuttavia non sempre si è a conoscenza di quel che si ingerisce, anche quando si ha l'impressione di mandar giù qualcosa che, proprietà nutritive alla mano, risulti perfettamente compatibile con la volontà di seguire una dieta che sia equilibrata e ben bilanciata.

I paesi peggiori

E' una vera e propria blacklist che nell'ultimo anno ha generato circa tremila allarmi alimentari. Se ne è parlato a Cernobbio, in occasione di un forum internazionale avente come oggetto l'alimentazione e l'agricoltura in generale.

Una serie di rilevazioni hanno permesso di mettere in elenco i cibi che hanno fatto suonare più volte un allarme riconducibile alle abitudini alimentari. In particolare a guidare la classifica ci sarebbe la Turchia segnalata per 296 cibi non conformi, seguita da Cina (256), India (194), Stati Uniti (176) e Spagna (171).

L'elenco della paura: frutta secca nel mirino

Pesce spada e tonno apparentemente sarebbero perfino cibi consigliabili. A meno che non arrivino alla Spagna, dove subirebbero pesantemente l'effetto dell'inquinamento determinato dalla presenza di metalli pesanti, cadmio e mercurio. Risultano non conformi alle normative europee alcuni cibi dietetici che invece negli Stati Uniti sono perfettamente in linea con le norme, mentre le arachidi cinesi sono rischiosissime per via della contaminazione da aflatossine.

Questi i primi tre posti di un podio che potrebbe mettere paura ai consumatori. Da evitare i peperoni turchi ricchi di pesticidi, così come i fichi secchi che arrivano da Instanbul e dintorni, anch'essi caratterizzati da aflatossine fino ad un livello cancerogeno. Stessa situazione per i pistacchi iraniani. Contaminazioni da salmonella sono, invece, quelle che caratterizzano il pollo d'importazioen polaccca.

Da evitare, inoltre, le nocciole turche e le arachidi Usa. L'Europa tuttavia non sembra preoccupata dall'arrivo di questi cibi dato che esisterebbe un sistema di difesa che eviterebbe l'arrivo nel continente di cibi che non siano in linea con le norme della Comunità Europea. L'agricoltura italiana, nel frattempo, è stata segnalata al vertice della sicurezza alimentare mondiale. Un dato che, ancora una volta, dovrebbe indurre il consumatore a preferire ciò che proviene dall'Italia che, in fatto di cibi, si considera ancora una volta una garanzia.