Le dichiarazioni arrivano dal ministro degli Esteri della Corea del Nord Ri Yong Ho, che avrebbe riferito della possibilità alquanto reale che il leader Kim Jong Un stia pianificando una delle esplosioni nucleari più potenti mai viste. Ri Hong Ho, durante un’intervista rilasciata a New York ai giornalisti, avrebbe ammesso di non conoscere esattamente le azioni che verranno intraprese dalla Corea del Nord, essendo Kim Jon Un l’unico a decidere se dare l’ordine o meno di lanciare la temibile bomba H.

E il continuo protrarsi di dichiarazioni del presidente americano Trump, che ha definito il leader nord coreano, un uomo missile suicida, non ha fatto altro che scatenare reazioni di disappunto in Kim Jong Un, che si è mostrato pronto a rispondere alle provocazioni in maniera definitiva.

I test nucleari nell’atmosfera sono un reale pericolo

Dal 1945 a oggi oltre 2000 esplosioni di test nucleari, 500 delle quali avvenute su terra o sotto la superficie del mare, sono state provocate da paesi quali gli Stati Uniti e la Cina, provocando danni all’ambiente significativi. Al momento dell’esplosione infatti si verifica una irradiazione di materiale fuso sotto forma di particelle sottili che entra nell’atmosfera, evento che diventa ancora più rischioso se la detonazione avviene vicino all’acqua o al suolo, elementi che assorbono materiali radioattivi rilasciandoli poi per centinaia di chilometri.

In seguito ai numerosi studi effettuati, il rilascio di queste sostanze non solo ha provocato la morte di molte persone, ma è causa di tumore in tutto il globo.

Alla luce di queste informazioni, è lecito pensare all’imminente test nucleare di Kim Jong Un come a un terrificante rischio per la salute del pianeta e di tutta l’umanità.

La bomba che vuole testare Kim Jong Un

Stando alle dichiarazioni del ministro degli esteri nord coreano, la potente bomba H di Kim Jong Un, in caso di test positivo, rappresenterebbe il più devastante attacco termonucleare su territorio americano.

I dubbi circa l’effettivo potere devastante dipendono dal modo in cui il leader deciderà di lanciare la bomba, se attraverso un missile intercontinentale o di corto raggio.

E considerando che i missili spesso falliscono mancando l’obiettivo, esplodendo in volo, lo scenario di rischio che si configura, aumentato dal fatto che il missile non ha capacità di autodistruzione, è allarmante e riguarderebbe la stabilità globale.

In caso di lancio solo la distruzione con un’altra arma o il dirottamento attraverso il software del missile, permetterebbe un più controllato impatto.

Ma le conseguenze di un’esplosione a contatto con il suolo o l’acqua sarebbero in ogni caso devastanti per l’ecosistema e per l’umanità.