Dopo anni di crescita continua, anche grazie alle tariffe convenienti rese possibili anche dalle minori spese per il personale rispetto alle altre compagnie aeree, ryanair ora sembra essere vicina ad una crisi finanziaria, in quanto i rimborsi ai 400mila passeggeri rimasti a terra dopo aver prenotato potrebbero costargli la bella cifra di 35 milioni di euro. Cancellazioni dovute anche al fatto - al di là delle smentite dell'azienda, che parla di cattiva gestione di ferie e permessi - all'esodo di 700 piloti che nell'ultimo anno hanno abbandonato l'aviolinea per andare a lavorare in compagnie che offrono retribuzioni maggiori.
La giustificazione della cattiva gestione delle ferie del personale accampata dal numero uno di RyanAir Michael O’Leary suscita profondi dubbi. Secondo l'economista ed esperto di trasporto aereo Andrea Boitani non regge. Interpellato dall'agenzia di stampa Agi ha commentato: "Non è mai successo che una compagnia aerea abbia sbagliato in modo così eclatante la gestione delle ferie. Troppo eclatante al punto di rendere poco credibile la vicenda".
L'esodo dei piloti
A parte il fare fronte ai rimborsi per i voli cancellati, a disturbare il sonno dei vertici della compagnia c'è la questione dell'esodo dei numerosi piloti verso altre compagnie. Solo nell'ultimo anno sono stati 700 ad essersi trasferiti, attratti non solo dalle retribuzioni migliori, ma anche dai maggiori diritti e benefit concessi.
Da quando è emersa la crisi infatti più di un pilota ha esternato - tutti in forma anonima - il malcontento di parte del personale della compagnia, che ritiene di essere sottoposto a turni troppo stressanti.
Eliminate le tratte in perdita?
La compagnia per fare fronte alla situazione oltre ad aver cancellato numerosi voli ha anche eliminato 34 rotte aeree, almeno fino alla primavera del prossimo anno.
Una eliminazione delle rotte che secondo gli analisti di Aviation Analytics - una società che studia il settore dell'aviazione e le compagnie aeree - potrebbe essere dovuta più alla volontà di tagliare le tratte in perdita che alla crisi dei piloti. Gli esperti hanno infatti fatto notare come la maggioranza delle rotte tagliate siano quelle che non producono profitto, ma perdite fino a 29 euro per ogni passeggero trasportato.
L'azienda starebbe dunque approfittando della crisi per tagliare i "rami secchi".
Come si sta muovendo la compagnia
Negli ultimi tempi RyanAir si sta muovendo per frenare l'esodo del personale e per reclutarne di nuovo. Sul fronte interno l'azienda ha proposto miglioramenti contrattuali al personale in servizio, e sta procedendo a nuove assunzioni. Numeri alla mano dall'inizio dell'anno la compagnia ha reclutato 830 piloti, e negli ultimi tre mesi oltre 200 avrebbero concluso l'addestramento. L'azienda ha ribadito inoltre che non intende dialogare con i sindacati, e che interloquirà solo con i rappresentanti del personale RyanAir votato nelle 86 basi della compagnia.
Nel frattempo la situazione di crisi della compagnia ha portato alle dimissioni di Michael Hickey, che era in RyanAir da trent'anni e negli ultimi tre era il direttore operativo. Il dirigente si è sentito responsabile per la situazione di crisi venutasi a creare, e ha rassegnato le proprie dimissioni, accettate dal Ceo Michael O'leary.