In madagascar è incubo peste. Sono oltre 100 i morti accertati fra la popolazione dello stato africano. La situazione è allarmante ad Antananarivo, la capitale del Paese, a rischio contagio migliaia di persone. A preoccupare è il fatto che il picco dell'epidemia non sembra essere ancora stato raggiunto. Il caso, scoppiato a fine agosto, è diventato di interesse nazionale, assumendo proporzioni difficilmente immaginabili nell'estate appena trascorsa. Nonostante siano passati secoli dal suo arrivo, la peste continua a mietere vittime in tutto il mondo.
Anche in quei luoghi che crediamo essere sicuri per la nostra salute.
Peste polmonare per oltre 1.000 contagiati
Nella maggior parte dei casi, gli ammalati contraggono la peste polmonare, una forma più aggressiva e pericolosa rispetto alla peste bubbonica. Nell'ultimo rapporto dell'Onu redatto alla fine della scorsa settimana, si contano circa 1.300 contagiati complessivi in Madagascar. I sintomi più diffusi della prima tipologia di peste sono polmonite acute, tosse fortissima ed espettorato di sangue. Generalmente, il periodo di incubazione della malattia varia da uno fino ad un massimo di tre giorni.
Il Paese africano era stato colpito dalla peste anche lo scorso anno, in misura però minore rispetto a quanto sta avvenendo ora.
I dati riferiti al 2016 parlano di un totale di 63 morti, in riferimento però all'intero arco temporale dei dodici mesi e soprattutto su soli 275 casi segnalati. L'epidemia che ha colpito il Madagascar quest'anno è nettamente superiore, come aggressività, rispetto a quella registrata un anno fa. Lo stato di allarme è massimo, come sottolinea Olivier Le Guillou, dirigente di "Action Against Hurger", un'organizzazione umanitaria fondata in Francia a fine degli anni Settanta il cui Ceo è l'italiano Andrea Tamburini dal 2014.
Morto un allenatore di basket delle Seychelles
Che il contagio da peste possa colpire chiunque lo dimostra la morte di un allenatore di basket delle Seychelles, che si trovava ad Antananarivo per un torneo di pallacanestro con la sua squadra. Un'ulteriore preoccupazione circa quanto sta avvenendo in Madagascar è la consapevolezza che il picco di contagiati non sia stato ancora raggiunto.
Se lo scorso anno morirono 63 persone a fronte si 275 casi, con una percentuale dunque di 23 vittime ogni 100 infezioni, il dato di oltre 100 morti è destinato ad aumentare ancora. Sì, di peste nera si continua a morire, anche se il 2017 ci appare una data folle rispetto ad un periodo, come il Medioevo, ormai sepolto e dimenticato.