Alcuni foreign fighters, cittadini stranieri arrivati dall'Occidente per sostenere la jihad, hanno iniziato ad abbandonare raqqa, l'ex roccaforte dell'Isis situata a nord della Siria e capitale del cosiddetto Califfato islamico. Omar Alloush, membro del Consiglio civile di Raqqa, ha confermato che una buona percentuale degli stranieri, oggi, è partita grazie ad un accordo che permetteva loro l'evacuazione.

Non solo i civili ed i combattenti siriani, quindi, hanno potuto lasciare la città. Inizialmente sembrava, infatti, che ai foreign fighters fosse severamente vietata la fuga dall'ex roccaforte nella paura che, una volta rientrati in occidente, potessero compiere svariati attentati.

Nel frattempo, si sta avvicinando sempre di più la caduta definitiva della resistenza jihadista di fronte all'attacco delle truppe democratiche della Siria.

La battaglia finale

Le cosiddette forze democratiche siriane sostenute dagli Stati Uniti, unitamente alla Coalizione internazionale capitanata dagli americani stanno per radere al suolo Raqqa. Sarebbe in corso, infatti, in queste ore, secondo quanto riportato dalla portavoce delle forze curdo-arabe, Jihan Sheikh Ahmed, la cosiddetta 'battaglia finale'. Potrebbero volerci ancora dei giorni per ultimare l'operazione militare ma, intanto, tutti i combattenti siriani dello Stato islamico hanno abbandonato la zona con le loro famiglie. Una volta caduta Raqqa, all'Isis rimarrebbe solamente una parte della provincia orientale della Siria, Deir el-Zor.

In questo luogo, le forze del governo di Damasco, aiutate dall'aviazione russa, sono riuscite ad isolare i fondamentalisti islamici nelle zone desertiche ad est del capoluogo vicino al confine della frontiera irachena. Inoltre, sempre la stampa di Damasco ha riferito che le forze democratiche siriane sono riuscite a cacciare ed a eliminare molti membri dell'Isis dalla città di Mayadeen, ottenendo, così, il totale controllo di una delle ultime città jihadiste nella provincia orientale della Siria.

Sono 1500 circa le persone ancora intrappolate all'interno della città sotto assedio, nascoste all'interno dell'ospedale nazionale o nello stadio, circondate dalle forze democratiche siriane, guidate principalmente da milizie curde e da combattenti arabi provenienti da altre minoranze etniche. L'Isis, intanto, continua a difendere il suo territorio con cecchini e bombardamenti occasionali. Le truppe americane non escludono che possano aver minato l'intera zona.