Ha utilizzato una sedia per superare la ringhiera e lanciarsi dalla tromba delle scale. Lo hanno raccontato sconvolti compagni di classe e genitori. Tragedia stamattina a Roma all'Istituto Santa Maria di viale Manzoni, nota Scuola privata al centro della città. Uno studente che frequentava la terza media, si è ucciso lanciandosi dalle scale dell'edificio scolastico. Trasportato in condizioni gravissime all'ospedale San Giovanni, è morto poco dopo.

'Ciao a tutti', l'ultimo saluto

"Ciao a tutti", con questa frase ha salutato i compagni, si è allontanato e ha fatto quel che mai nessuno avrebbe mai potuto immaginare.

Si è buttato dalle scale antincendio della scuola di viale Manzoni, in zona San Giovanni, che frequentava con profitto. Il tragico avvenimento oggi intorno alle 11 quando a scuola c'era la ricreazione. I compagni di classe erano scesi in giardino per trascorrere quei lieti momenti di pausa all'aperto. E invece il 13enne è risalito, ha percorso due rampe di scale per poi buttarsi da una finestra che dà sulle scale antincendio dell'edificio.

Inutili soccorsi

La tragedia è stata scoperta quasi subito perché gli studenti hanno sentito il tonfo della caduta. Subito sono partiti i soccorsi, ma la situazione del ragazzo era veramente disperata e dopo poco aver raggiunto l'ospedale è morto. I carabinieri, giunti su segnalazione del preside, hanno trovato in classe nello zaino un bigliettino scritto dal ragazzo in cui manifestava intenzioni suicide ed evidenziava problemi di famiglia e tormenti interiori.

I militari dopo aver sentito i docenti, hanno ascoltato anche i compagni di classe e i genitori. La pm Elena Neri ha aperto un fascicolo in cui procede per istigazione al suicidio, ipotesi configurata per svolgere accertamenti ad ampio raggio.

Incredulità e dolore a scuola

Addolorati, sconvolti, increduli, i compagni di classe e anche i liceali che frequentano lo stesso istituto paritario cattolico dei Padri Marianisti, come i genitori di altri alunni che conoscevano sia lui che il fratello, non riescono a spiegarsi il gesto.

Lo descrivono come un adolescente tranquillo, solare, un bravissimo ragazzo che frequentava con buon andamento scolastico l'ultimo anno delle medie. Era il secondo di tre figli di due funzionari del Senato, faceva karate ed era estroverso. Il suicidio è la seconda causa di morte in età adolescenziale. "In questi casi si pensa sempre al bullismo, ma stavolta non penso sia così", ha commentato incredulo il papà di un compagno di classe.

I genitori, dopo che si era sparsa la voce che un ragazzino di 12 o 13 anni era morto, si erano precipitati a scuola. Alcuni si sono ritrovati a dover vivere contemporaneamente un duplice stato lacerante: tirare un sospiro di sollievo perché il loro figlio era vivo ma piangere quel ragazzino che era, per molti, come un secondo figlio.