Giocava nel suo cortile di casa, un bimbo di appena 4 anni, quando è stato sbranato dai suoi dieci cani. E' quanto accaduto in Texas, a El Paso.
La tragedia si è verificata lo scorso luglio ma soltanto a distanza di mesi, in manette, sono finiti i genitori: sono state arrestate, infatti, con una cauzione di 75 mila dollari, le due madri lesbiche del bambino, rispettivamente Brittany Brooks e Ashley Brooks. Entrambe le donne sono accusate di aver procurato, indirettamente, l'uccisione del piccolo. Il motivo è da ricondurre al fatto che i dieci cani, tra i quali vi erano diversi pitbull e pastori tedeschi, erano affamati.
L'aggressività e la ferocia di quelli che dovrebbero essere i nostri "amici a quattro zampe" è stata causata dalla fame.
La dinamica
Secondo quanto venuto fuori dalle indagini degli inquirenti che, da due mesi circa lavorano sul caso, il piccolo stava giocando tranquillamente in giardino quando, uno dei cani, l'avrebbe attaccato. Da lì a poco la tragedia: per il bimbo non c'è stato più nulla da fare. I cani lo hanno assalito senza lasciargli scampo. Le urla di aiuto del piccolo hanno attirato l'attenzione dei vicini: è stato proprio uno di loro a saltare la recinzione che divideva le due abitazioni e ad intervenire per evitare quel massacro. Purtroppo, l'uomo è stato anch'egli assalito e ferito e non ha potuto salvare Jacob, questo il nome del bambino.
Sul posto gli agenti della Polizia si sono ritrovati uno spettacolo a dir poco raccapricciante e, soprattutto, non è stato semplice mettere a bada i cani. I segni di una malnutrizione erano evidenti così come la loro aggressività. A testimoniare ciò sarebbe stati anche i vicini che avrebbero raccontato delle condizioni disastrate cui vertevano i dieci cani che, spesso, di notte, si lamentavano.
"Amici" o "nemici" a quattro zampe?
Questo di Jacob non è il primo caso che si verifica nel mondo. Sempre più spesso sentiamo parlare di bambini vittime di quelli che, in fondo, per una ragione o per un'altra, si rivelano poi essere "nemici" a quattro zampe. Spesso, "condannati" a vita dal rimorso, sono proprio i genitori che - in una vita frenetica come quella che si vive oggigiorno - non si rendono conto di quante attenzioni bisognerebbe prestare ai propri bambini.
Tragedie del genere provocano nella nostra civiltà una scissione netta e profonda che vede da un lato gli animalisti e dall'altro quelli che, invece, puntano il dito contro questi cani di grossa taglia definendoli come "assassini".