Vedere, in un tranquillo paesino della Bassa bolognese, una suora molto bella in abiti succinti decisamente sexy accanto a due uomini è stato decisamente un “colpo grosso” per alcuni abitanti di Calderara di Reno. “Ma una notizia un po' originale non ha bisogno di alcun giornale, come una freccia dall'arco scocca vola veloce di bocca in bocca”, cantava nel celebre brano di “Bocca di Rosa” il grande Fabrizio De Andrè. Infatti, nel giro di una mezz’ora, oltre metà del paese era informata e una parte incuriosita è andata a vedere cosa stava accadendo realmente.

La suora stava urinando su un crocifisso

Mentre la gente accorreva da ogni parte e alcuni erano già arrivati sul posto abbastanza vicini da poter vedere esattamente cosa stava accadendo, hanno assistito a una scena nella quale, addirittura, la suora vestita in modo succinto urinava su un crocifisso in un piccolo parco piuttosto vicino al centro storico del paese filmata, in pieno giorno, dai due uomini che avevano con sé una macchina da presa e gli elementi essenziali per costruire un piccolo set cinematografico. Quando sono giunti i carabinieri con una “gazzella”, chiamati da tante telefonate di persone scandalizzate, hanno chiesto immediatamente ai tre cosa stessero facendo. I tre protagonisti del fatto, un'attrice pornografica professionista di ventotto anni e i due operatori rispettivamente di ventisei e trentadue anni, non si sono scomposti più di tanto, anzi.

Hanno riferito con assoluta tranquillità ai militari dell’Arma che stavano girando alcune riprese di un film a luci rosse Insomma, perlomeno non si trattava di un filmino di cattivo gusto fra persone della zona per fini e scopi oscuri, ma di un lavoro. Solamente, si erano dimenticati di prendere una serie importanti di precauzioni mettendo in apprensione la popolazione di Calderara di Reno che a quel punto sapeva tutto dell’accaduto e si era radunata nei pressi della zona verde chiedendo spiegazioni e, quelli più arrabbianti, una condanna esemplare da parte delle forze dell’ordine.

La donna e i due uomini addetti alle riprese se la sono cavata pagando 5mila euro a testa

I carabinieri, però, devono sempre tener conto della legge e applicarla anche in casi perlomeno insoliti. Ultimamente il reato di atti osceni e di conseguenza i due uomini e la donna, tutti e tre italiani, hanno dovuto pagare solamente cinquemila euro a testa, secondo l’articolo 527 del codice penale. Poi, se ne sono andati in cerca di un luogo meno affollato per le riprese del loro film e, pian piano, pure la folla di curiosi è tornata alla normalità di ogni giorno.