Bomber e teste rasate, in 15, lo scorso martedì sera hanno fatto irruzione nella sede di "Como senza frontiere", associazione che nella città lombarda si occupa di immigrazione, accoglienza e integrazione dei migranti. Era in corso la riunione settimanale del gruppo quando esponenti del "Veneto Fronte Skinhead" sono entrati, hanno circondando i volontari seduti e imposto la lettura di un loro documento di stampo razzista. Quattro di loro sono stati identificati e denunciati dalla Digos. Non sarà difficile identificare anche gli altri, visto che gli stessi estremisti di destra hanno fatto riprese e video pubblicati sui social per dare risalto alla loro azione intimidatoria.

I volontari hanno risposto con il silenzio.

Il blitz nella sede dei volontari

Alle 21 e 30, era in corso un'assemblea degli aderenti alla Rete antirazzista "Como senza frontiere" che unisce decine di associazioni a sostegno dei migranti, nella saletta al primo piano del "Chiostrino di Sant'Eufemia" a Como. 15 skinheads hanno fatto un blitz e, dopo aver circondato i partecipanti, in prevalenza donne e comunque persone over 50 che seduti attorno a un tavolo stavano discutendo temi all'ordine del giorno e azioni di solidarietà da svolgere, hanno imposto la lettura di un documento dal titolo "Basta invasione", distribuendo ai presenti volantini. "Siamo qui a ricordarvi che il popolo si ama e non si distrugge", ha detto il portavoce del gruppo neonazista leggendo il testo, mentre uno di loro riprendeva l'evento.

Nel documento letto, si denuncia una vera e propria sostituzione del popolo italiano con altri popoli. "Nessun rispetto per voi traditori della patria", hanno detto gli assalitori agli inermi volontari che, certo impauriti, di fronte alla provocazione sono rimasti impassibili durante tutta l'azione di forza, ascoltando in silenzio i loro proclami.

Finché gli skinheads si sono allontanati, dopo aver imbrattato alcuni manifesti informativi su attività culturali ed eventi promossi dai volontari. Da un paio di anni, Como è punto di passaggio dei profughi verso la Svizzera.

Indagini in corso

La procura di Como, guidata da Nicola Piacente, ha aperto un'indagine per violenza privata.

La Digos ha già identificato 4 dei 15 partecipanti all'irruzione, già noti alla polizia. Sono in corso accertamenti per identificare anche gli altri. Gli skin veneti nati nel 1986, sono vicini alle tifoserie ultras del Verona. Non sarà difficile dare un nome e cognome ai protagonisti dell'azione, vista la quantità di foto e video realizzati, oltre che dai volontari, proprio dagli esponenti del gruppo che hanno imparato a utilizzare, a fini propagandistici, gli strumenti di comunicazione del nuovo millennio in cerca di visibilità. Dopo ciclostili, volantini e striscioni, spesso esposti negli stadi, ora il gruppo "Veneto Fronte Skinhead" è approdato sui social. Da pochissimo, ha aperto una pagina Facebook in cerca di ribalta mediatica ma, a differenza di formazioni quali Casapound e Forza Nuova, senza l'obiettivo di diventare una forza parlamentare.

Interventi di condanna

La vicenda ha provocato innumerevoli reazioni da parte di associazioni di volontariato e dell'Anpi. I deputati del Pd, Emanuele Fiano, Chiara Braga e Mauro Guerra, hanno presentato un'interrogazione al ministro dell'Interno Marco Minniti. Per i padroni di casa, sottoposti a una visita non di cortesia, si è trattata di una pesante intimidazione e forte è il rischio "di una pericolosissima deriva di stampo fascista, con vari gruppuscoli neofascisti che cercano consenso e creano guerra tra poveri, odio razziale, intolleranza e tensione".