La Corea del Nord ha effettuato un nuovo test missilistico lanciando un vettore da una base vicino alla capitale, Pyongyang. Il missile si è alzato per 4.475 metri volando per 53 minuti e inabissandosi ad ovest del Giappone, percorrendo 950 chilometri. Traslando i dati su una traiettoria operativa e più orizzontale, il missile sarebbe in grado di percorrere tra i 10.000 e i 13.000 chilometri e potenzialmente raggiungere tutto il territorio statunitense.
L’annuncio è stato dato dall’inossidabile annunciatrice televisiva Ri Chun Hee, famosa per i suoi comunicati ricchi di pathos.
Sei minuti dopo il lancio nordcoreano, la Corea del Sud ha risposto eseguendo un test missilistico di precisione con tre razzi.
Un test dopo più di due mesi di pausa
Questo è stato il primo test missilistico dal 15 settembre, quando un missile balistico a medio raggio di tipo Hwasong-12 era stato lanciato dalle coste nordcoreane. Al tempo stesso quello di mercoledì è il terzo lancio di un vettore ICBM (Inter Continental Ballistic Missile) della Corea del Nord.
Pyongyang ha annunciato che il test è stato effettuato con un nuovo tipo di missile, l’Hwasong 15, che potrebbe essere una variante perfezionata dell’Hwasong 14 a propellente solido UDMH/N2O4 usato per i missili intercontinentali. L’UDMH (1-1 dimetilidrazina asimmetrica) è il combustibile, mentre il tetrossido di azoto funge da comburente; essendo sia l’UDMH che il tetrossido d’azoto stabili, possono essere conservati per lungo tempo in serbatoi pronti per il lancio diminuendo in questo modo le possibilità di un’intercettazione da parte delle misure antimissilistiche approntate da Washington per prevenire eventuali attacchi nordcoreani.
Un successivo comunicato della KCNA ha affermato che l’Hwasong-15 sarebbe in grado di trasportare “un grande ordigno estremamente pesante” lasciando così intendere che Pyongyang avrebbe raggiunto l’obiettivo di colpire gli Stati Uniti con un’arma nucleare. Lo stesso Kim Jong Un avrebbe salutato l’avvenimento definendolo “la realizzazione di un grande obiettivo storico nel completare la forza nucleare dello stato”.
Un nuovo stadio di avanzamento del programma nucleare
Sino ad oggi la Corea del Nord, pur possedendo bombe nucleari e termonucleari, non aveva ancora la possibilità di lanciare queste armi ad una distanza tale da raggiungere le coste degli Stati Uniti dato che il loro peso e il loro ingombro accorciava considerevolmente il raggio di azione dei missili.
La Corea del Nord dal 2012 ha emendato la propria costituzione dichiarandosi “stato nucleare” e il 1 aprile 2013 ha adottato la “Legge sul consolidamento della posizione dello stato con armi nucleari” dichiarandosi “uno stato nucleare completamente sviluppato”. In questo decreto si afferma che la Corea del Nord utilizzerà le armi nucleari per “scoraggiare e respingere l’aggressione e l’attacco dei nemici contro la DPRK”. Non viene menzionata l’ipotesi di non utilizzare per prima l’arma nucleare, affermando che considera potenziali obiettivi sia gli stati che hanno ordigni nucleari sia i loro alleati (Sud Corea e Giappone). Infine si dice che le armi nucleari possono essere usate solo “dopo l’ordine del Comandante Supremo delle Forze Armate Popolari Coreane”.
Il premier giapponese Shinzo Abe ha dichiarato che il test nordcoreano è “assolutamente intollerabile” aggiungendo anche che il Giappone “non si lascerà intimidire da qualsiasi atto provocatorio”. Il test nordcoreano era comunque atteso da tempo, tanto che lo stesso Shinzo ha spiegato che il Giappone ha seguito attentamente l’intero lancio e la traiettoria del missile. I continui lanci di Pyongyang sono anche funzionali alla politica di riarmo e alla revisione dell’articolo 9 della costituzione voluta dal premier giapponese. Il capo del gabinetto di Tokyo ha infatti fatto sapere che entro il 2020 il governo discuterà la riforma dell’articolo che impedisce al Giappone di dotarsi di un apparato militare se non per difesa.