Si è svolta oggi, dinnanzi alla Corte d'Appello di Catania, la nuova udienza nell'ambito del processo di secondo grado nei confronti di Veronica Panarello, accusata di omicidio volontario e occultamento del cadavere del figlio Loris Stival, ucciso a otto anni, strangolato, a quanto pare, con fascette di plastica e poi gettato in un torrente tra le campagne lungo la strada che porta al castello di Donnafugata. L'infanticidio è stato commesso il 29 ottobre del 2014 a Santa Croce Camerina, nel Ragusano. Alla mamma viene contestata, ovviamente, anche l'aggravante del rapporto di parentela.

Omicidio Loris Stival, il pg: condannate la mamma a 30 anni di carcere

La donna, che oggi era presente nell'aula della Corte d'Appello etnea, ha già rimediato una condanna a trent'anni di carcere. Ad emettere la sentenza, il 17 ottobre dell'anno scorso, è stato i giudice per le udienze preliminari del tribunale di Ragusa. Veronica Panarello è stata processata con il rito abbreviato, il che le ha consentito di beneficiare dello sconto di un terzo della pena: quindi la condanna a 30 anni al posto dell'ergastolo. Oggi in aula, a sostenere la pubblica accusa, c'era il sostituto Procuratore generale di Catania Maria Aschettino che ha concluso la requisitoria cominciata nell'udienza precedente dal pubblico ministro Marco Rota.

La conferma della precedente condanna di primo grado a 30 anni di carcere ha chiesto il sostituto Procuratore generale oggi al termine della requisitoria.

Adesso si attende la nuova sentenza della corte d'appello di Catania

Presente in aula l'avvocato Francesco Villardita che difende l'imputata. Presenti per le parti civili anche gli avvocati Daniele Scrofani e Francesco Biazzo, che assistono, rispettivamente, Davide Stival, marito di Veronica Panarello e padre della vittima, e il nonno paterno Andrea Stival, più volte tirato in ballo dall'imputata che lo ha accusato di essere l'autore del delitto.

Il processo di oggi si è celebrato a porte chiuse. Quello del piccolo Loris Stival è uno dei più efferati delitti commessi negli ultimi anni in Italia e continua a suscitare l'interesse dell'opinione pubblica ancor divisa tra colpevolisti e innocentisti. Adesso si attende la sentenza di secondo grado, qualunque sia è molto probabile che la vicenda arriverà in Cassazione, sia in caso di condanna sia in caso di assoluzione di Veronica Panarello.