Ieri mattina al palazzo di giustizia di Milano è iniziato il processo che vede imputato Marco Cappato, esponente dei Radicali italiani, per aver prestato il suo aiuto a Fabiano Antoniani, in arte dj Fabo, accompagnandolo in Svizzera per praticare su se stesso il suicidio assistito. L'udienza è iniziata con la proiezione in aula del filmato realizzato lo scorso anno dall'inviato delle Iene Giulio Golia, con l'intervista a Fabiano. L'intervista già ai tempi fece molto discutere e riaccese il mai sopito dibattito sul testamento biologico e sulla scelta, più che legittima in un paese civile, di scegliere come e se porre fine alla propria vita ricorrendo al suicidio assistito.

Davanti al tribunale di Milano si sono ovviamente radunati sostenitori di Cappato, anche il presidente dell'associazione Luca Coscioni, e cattolici contrari alla legge sul biotestamento, che hanno manifestato contro il leader radicale esponendo cartelli del tenore "Cappato = Servo di Satana". Il processo si prevede sia breve, anche grazie all'autodenuncia di Cappato alle forze dell'ordine italiane al rientro dalla Svizzera, dove aveva accompagnato Fabo per morire, assistito dai medici svizzeri della clinica Dignitas.

Ieri quindi sono state chieste come prove da ammettere in aula tutti i video registrati da Dj Fabo, in particolare quello dell'intervista rilasciata lo scorso gennaio all'inviato della trasmissione Le Iene, in cui Fabo chiedeva all'inviato Giulio Golia di provare a vivere una settimana nelle sue condizioni, sfidandolo a resistere, ma prevedendo la sconfitta dopo meno di un giorno.

Lo scorso gennaio fu proprio dj Fabo, con l'aiuto della fidanzata Valeria, rimastagli accanto negli anni della lenta agonia, a registrare un video messaggio per il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, cercando di porre l'accento sulla situazione tragica che vivono le persone nelle sue condizioni, per chiedere di sveltire il varo della legge sul biotestamento, che giace ancora oggi in Senato.

Ovviamente quell'appello rimase inascoltato.

Da qui nasce quindi la necessità di Fabo di ricorrere all'aiuto del giornalista Giulio Golia e della trasmissione Le Iene, forse per portare tutti noi all'attenzione sulle condizioni di vita di una persona completamente tetraplegica e non autosufficiente. Anche Cappato spera che questo processo possa portare il governo italiano a chiudere definitivamente quel vuoto legislativo che da anni abbiamo sul tema del fine vita in Italia, costringendo ogni anno diversi italiani a ricorrere alle cure delle cliniche della vicina Svizzera per porre fine, dignitosamente, alla propria (non)vita.