“C’era una volta una gatta…”, cantava il grande Gino Paoli in una canzone intramontabile come spesso intramontabile è pure l’amore che nasce fra i padroni e i loro mici che li gratificano con le fusa quando vengono accarezzati. Insomma, nasce un affetto davvero particolare. Ora, a Bologna, la gatta di un’anziana signora è stata gratificata da un’eredità molto cospicua a testimonianza “dell’amore” che la donna, quando era ancora in vita, nutriva per il piccolo animale da casa. Nel testamento, infatti, l’anziana donna ha lasciato all’amica che viveva con lei in pieno centro storico, nella celebre e ricca via Farini, ben 350mila euro più il comodato d’uso gratuito dell’appartamento a patto che si occupi per tutta la vita di far stare il meglio possibile proprio la gatta. Non solo ma all’amica rimasta in vita viene inoltre dato il compito di trovare, prima del decesso di quest’ultima, una persona che possa rimanere in comodato fino nell’appartamento fino alla morte naturale del tanto amato felino.
Una cugina della defunta chiede di avere la sua parte dei 350mila euro
Ovviamente, si tratta di un testamento che ha fatto discutere a lungo. Gli eredi naturali dell’anziana signora ci sono rimasti molto male, per loro è stata una batosta. Si tratta infatti di un patrimonio immobiliare di grande valore e di una cifra molto alta. Per di più, lascia intendere che la signora morta era affezionata molto più alla gatta e all’amica che ai parenti. Ma si sa, a volte, i proverbi parlano non a caso di parenti-serpenti. Dopo lo stupore e i malumori, una cugina della donna morta lasciando la grande casa e 350mila euro all’amica e alla gatta, decide di muoversi facendo un ricorso al tribunale di Bologna che curiosamente si trova proprio di fronte all’appartamento sul quale si dibatte.
In sostanza, la cugina decide di chiedere al giudice di cambiare quel testamento che a suo avviso è ingiusto e troppo sbilanciato a favore della gatta.
Ma il giudice condanna la cugina a pagare spese di lite per seimila euro
Insomma, si lasci pure l’amica della parente nell’appartamento finché vorrà, ma la cugina della defunta vuole almeno che i 350mila euro vengano dati agli eredi e a lei per la parte che le dovrebbe spettare di diritto.
La giudice esamina il ricorso con grande attenzione anche perché non c’è una grande giurisprudenza in materia, ma alla fine decide che le ragioni addotte dalla cugina non sono sufficienti e addirittura le fa pagare perfino le spese di lite per un totale che si aggira sui seimila euro. Beffata e cornuta. Del resto, si dice che i gatti abbiano sette vite. In tal caso, anche 350mila euro. E pensare che spesso gli animali domestici vengono maltrattati.