L'esame comparativo del Dna ha fugato ogni dubbio e confermato la terribile verità: è di Renata Rapposelli il cadavere in avanzato stato di decomposizione trovato nelle campagne di Tolentino (Macerata) tra rovi e sterpaglie. Oggi è stata eseguita anche l'autopsia all'istituto di medicina legale di Macerata che ha richiesto più di tre ore, dalle 9 e 30 alle 12 e 50. A seguire c'è stata una riunione di un'ora tra i medici e il pm, ma non è stata rilasciata nessuna dichiarazione. Il figlio interrogato, Simone Santoleri, si è avvalso della facoltà di non rispondere.
Mentre l'auto del padre, Giuseppe, è stata nuovamente sequestrata,
Ore decisive
L'esame comparativo del Dna, fatto confrontando i resti della donna con campioni di saliva e capelli prelevati dai figli (la pittrice ha anche una figlia), sia pure incompleto, ha confermato che il corpo trovato a Tolentino è di Renata Rapposelli, scomparsa dallo scorso 9 ottobre quando da Ancona, dove viveva, aveva preso un treno per andare a casa dell'ex marito e del figlio a Giulianova, indagati per concorso in omicidio e occultamento di cadavere. Stamattina, alla presenza del pm Andrea Laurino, due medici legali, Loredana Buscemi e Antonio Tombolini, hanno eseguito l'esame autoptico durato più di tre ore. Quindi si sono riuniti, ma hanno invocato il segreto istruttorio.
Il pm Laurino ha rinviato i cronisti a future comunicazioni da parte del procuratore generale di Ancona. L'autopsia che si è rivelata molto complessa, perché il corpo era in avanzato stato di decomposizione a causa degli agenti atmosferici a cui è stato esposto per oltre un mese, e all'aggressione subita da parte di animali selvatici, dovrebbe chiarire cause e tempi della morte della pittrice.
Il figlio interrogato ieri dal pm Laurino si è avvalso della facoltà di non rispondere. Mentre suo padre, ricoverato in ospedale dopo che ha ingerito un grosso quantitativo di psicofarmaci, non si è presentato all'interrogatorio. Domani i Ris dei carabinieri andranno nella casa di Ancona di Renata per un sopralluogo. L'auto Fiat 600 dei Santoleri, sequestrata e poi dissequestrata, oggi alle 12 e 30 è stata di nuovo sequestrata per essere sottoposta ad altri controlli.
Ci sono tracce di pneumatici dove è stato trovato il corpo: sono di quell'auto?
Quel che sappiamo finora
In questa storia, ciò che sappiamo lo abbiamo appreso dai ripetuti racconti del figlio Simone, mentre i giorni passavano e di Renata non c'era nessuna traccia. E' emerso un quadro familiare difficile: la madre quel 9 ottobre lo ha incontrato dopo 8 anni che non lo vedeva. Renata aveva problemi economici e pare che la sua visita fosse legata non tanto ai problemi di salute del figlio, per cui l'ex marito le aveva chiesto di venire, quanto per chiedere 3mila euro di cui vantava la restituzione. Ma per il figlio sarebbero state 1800, non di più. Sarebbe stato questo il motivo della lite scoppiata appena arrivata, e la decisione di ripartire subito, Simone ha raccontato che il papà, fragile psicologicamente, minuto e malato, l'avrebbe riaccompagnata e lasciata sulla strada per il santuario di Loreto dove lei voleva pregare.
E' andata veramente così? Chi l'ha scaraventata dall'alto nel dirupo a un passo da un fiume, dove non è finita solo perché la vegetazione ha arrestato la corsa del corpo, doveva conoscere quel posto impervio e di lei voleva cancellare ogni traccia. Ed è stato un colpo di fortuna ritrovarla: se fossero passati altri giorni, forse di lei non sarebbe rimasta alcuna traccia. Se atti di violenza e omicidi sono spesso legati a motivi banali, può essere stato un raptus dopo la lite familiare? Di certo i punti oscuri nella versione dei fatti di Simone, che ora tace, sono troppi.