Entrati in caserma come persone informate sui fatti, ne sono usciti da indagati per omicidio. Dopo oltre 20 giorni di buio, c'è una svolta nel caso di Renata Rapposelli, la pittrice 63enne di Ancona Scomparsa lo scorso 9 ottobre: Giuseppe e Simone Santoleri, l'ex marito e il figlio, sono stati sentiti per sei ore e, al termine dell'interrogatorio, il sostituto procuratore Andrea Laurino li ha iscritti nel registro degli indagati. Il 9 ottobre Renata era partita da Ancona dove abita per raggiungere, malgrado la situazione difficile e una causa di divorzio in corso, i familiari che vivono a Giulianova, in Abruzzo: l'ex marito le aveva chiesto di venire per problemi di salute del figlio.

Da quel momento di lei si sono perse le tracce: una scomparsa davvero misteriosa.

In caserma

Ad Ancona nella caserma dei carabinieri padre e figlio sono entrati ieri sera per uscirne solo stanotte. Il pm titolare dell'inchiesta, Andrea Laurino, ha ascoltato prima l'ex marito e poi il figlio, ed entrambi hanno confermato la versione dei fatti data anche alla trasmissione "Chi l'ha visto?" mercoledì scorso: la donna era arrivata da loro il 9 ottobre ma sono sorte subito discussioni. L'ex marito, allora, sarebbe salito con lei in auto e avrebbe percorso la statale per riportarla ad Ancona, ma lei avrebbe voluto andare a Loreto a pregare. Giuseppe, che è stato l'ultimo a vederla, sostiene d'averla lasciata nelle campagne a circa 2 chilometri di distanza dal santuario.

E ieri, prima di arrivare in caserma, hanno ripercorso con i carabinieri la strada che avrebbe fatto a bordo della sua Fiat 600 con 'Reny'. Il pm ha disposto il sequestro dell'abitazione a Giulianova e dell'auto. Nella versione di Giuseppe qualcosa non torna: per andare da Giulianova-Loreto occorrono almeno 2 ore e mezza, circa 5 ore tra andata e ritorno.

Invece Giuseppe avrebbe impiegato non più di 4 ore. E come mai nessuno ha mai visto 'Reny' a Loreto nel santuario e dintorni, in tutto questo tempo? Come avrebbe fatto ad arrivarci a piedi, se aveva un problema al ginocchio che le impediva di camminare bene?

La denuncia di scomparsa

A presentare la denuncia di scomparsa di 'Reny' lo scorso 16 ottobre, non è stato un familiare ma un amico del gruppo di preghiera su Whatsapp che neanche la conosce di persona, ma la stava aiutando con le pratiche per avere una pensione e lei avrebbe dovuto firmare delle carte.

A un'amica, aveva mandato un messaggio: "ieri mio marito mi ha detto che mio figlio ha un tumore, pregate per lui". Poi le aveva telefonato incerta: le era venuto il dubbio che l'uomo le avesse detto una bugia perché voleva tornare con lei, e lei non se la sentiva. Ma ha deciso di andare e il 9 ottobre ha preso il treno. L'ultimo collegamento su Whatsapp di Renata è alle 12 e 47. Poi il cellulare si è spento. Una volta arrivata nella casa di Giulianova, tra lei e l'ex marito è iniziato un litigio per soldi: di recente era riuscita ad ottenere da Giuseppe appena 200 euro di mantenimento. Renata non se la passava bene: aveva avuto un atelier ad Ancona, ma aveva dovuto chiuderlo, aveva perso il lavoro alle poste.

Per un periodo era stata ospite di una comunità religiosa, finché il comune di Ancona le ha assegnato un alloggio popolare, dove i vigili del fuoco sono stati ma di lei non c'era traccia.

Un quadro familiare complicato

Alla trasmissione "Chi l'ha visto?", il figlio Simone ha delineato un quadro familiare complicato: problemi con la mamma che non vedeva da 8 anni perché, dopo essersi convertita al cristianesimo, lo trattava come un indemoniato e gli aveva rovinato la vita. Il padre, con una serie di ricoveri psichiatrici alle spalle, l'ultimo proprio dopo la scomparsa della donna, invece, era succube di lei. Simone esclude che il padre le abbia potuto fare del male, perché era innamorato e fisicamente inerme: "lei pesa tre volte mio padre, e lui ha la mano sinistra in disuso", ha detto.