A poche ore dalla morte del capo dei capi della mafia, Totò Riina, il procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato, rilascia un’intervista a Gianni Barbacetto del Fatto Quotidiano, in cui ipotizza i 3 scenari possibili sul futuro della leadership di Cosa Nostra. Con il cadavere di Riina ancora caldo, sottoposto ad autopsia per fugare ogni dubbio sulle cause del decesso, i boss siciliani si starebbero già muovendo per stabilire chi dovrà essere il nuovo capo, se mai l’organizzazione riuscirà a mantenere il suo carattere verticistico. Secondo Scarpinato, non è detto che Matteo Messina Denaro riceverà sicuramente l’investitura di successore della ‘belva’.
In alternativa, si prospetta o un accordo pacifico dei capi mandamento per ricostituire la Commissione provinciale, oppure una nuova guerra di mafia.
3 ipotesi per la mafia del futuro: Matteo Messina Denaro
E’ noto che Roberto Scarpinato, attualmente procuratore generale di Palermo e in passato protagonista di molte indagini sulla mafia, se ne intenda delle dinamiche interne a Cosa Nostra. Per questo motivo colpisce la sua difficoltà nel delineare il probabile futuro dell’organizzazione criminale siciliana. Da una parte (ipotesi 1), l’unico nome conosciuto che avrebbe tutte le carte in regola per succedere a Riina nel ruolo di capo dei capi, è quello di Matteo Messina Denaro, latitante da ben 24 anni e del quale, ufficialmente, non si hanno più notizie.
Ma, viste anche le parole pronunciate da Riina in carcere sulla presunta inaffidabilità di MMS, non è detto che il boss di Castelvetrano riesca ad insediarsi al vertice di una rinata Cupola.
Le alternative a MMS
Ma la mafia non è più da tempo quella ‘coppola e lupara’ impersonificata da boss vecchio stile come Salvatore Riina, Bernardo Provenzano e, in parte, proprio Matteo Messina Denaro.
Con la morte dell’ultimo capo dei capi riconosciuto ufficialmente, i capi mandamento “più prestigiosi” potrebbero finalmente riunire la Commissione provinciale (ipotesi 2) al fine di stabilire “nuove regole”. Ma il terzo scenario (ipotesi 3), quello che più spaventa Scarpinato, è che, con la odierna gestione ‘liquida’ della mafia, “alcuni personaggi emergenti potrebbero cercare di imporre la loro leadership con azioni violente”.
Insomma, il rischio è che, se non si dovesse trovare l’accordo sul nome di Matteo Messina Denaro, si possa scatenare una nuova guerra di mafia, con decine di morti ammazzati.
La nuova mafia libera di agire dopo la morte di Riina
Il punto fondamentale sottolineato da Scarpinato è che la morte di Salvatore Riina ha finalmente reso libere le famiglie mafiose di riorganizzarsi, visto che la sua leadership è stata riconosciuta tale fino all’ultimo, anche dopo 24 anni di 41bis. Ora che Riina, Provenzano, Badalamenti, Bagarella e Graviano rappresentano il passato, i boss emergenti si ritrovano, però, un territorio siciliano impoverito, dove la crisi del settore edilizio non porta più la cuccagna della spartizione degli appalti. Ecco perché, spiega il procuratore, “oggi Cosa Nostra ha dovuto riconvertirsi al traffico degli stupefacenti (come all’epoca della Pizza Connection ndr)” e “al settore del gioco online”.