Un anziano di 69 anni è stato trovato a terra in stato di semi coscienza e di ipotermia all'interno del proprio appartamento, a Caselle - provincia di Torino - in via dei Canaprili, zona di periferia situata in campagna, a pochi chilometri dall'aeroporto. L'evento è accaduto durante le festività natalizie, difatti, l'anziano è stato salvato dai carabinieri durante il giorno di Santo Stefano, il 26 dicembre 2017. Una storia al quanto triste, poiché gli amici hanno cercato di contattarlo per l'intera settimana che precede il Natale, tuttavia, ottenendo nessun risultato.

In virtù del fatto che l'anziano fosse irrintracciabile dagli amici, essi hanno deciso di provvedere rivolgendosi alle forze dell'ordine, precisamente ai carabinieri, essendo preoccupati dal comportamento dell'amico. Quest'ultimi, si sono così recati nell'appartamento dell'anziano di Caselle che, però, non ha risposto al campanello del citofono, autorizzando così l'intervento dei Vigili del Fuoco del compartimento cittadino, che hanno aperto la porta, permettendo l'accesso all'appartamento. L'anziano è stato trovato in condizioni gravi, in uno stato di ipotermia e di semi coscienza, col corpo sdraiato per terra. Sul luogo è arrivato anche il team medico dell'ambulanza che, controllando le condizioni dell'anziano pensionato e divorziato da tempo, lo ha soccorso tempestivamente.

L'uomo è stato così trasportato d'urgenza all'ospedale di Ciriè - ospedale cittadino -, venendo ricoverato in prognosi riservata. Tuttavia, non si teme per la vita dell'uomo, le condizioni dovrebbero migliorare.

Il trauma psicologico dell'abbandono durante la terza età

La terza età porta con sé una rivoluzione insita nel cambiamento, nel processo di ristrutturazione dell'identità della persona, che si vede ora come un uomo al massimo delle sue capacità e al climax della storia della propria vita, e ora si vede come un uomo che perde le proprie capacità, come se il sipario stesse per chiudersi durante l'atto finale.

Durante questa fase di ristrutturazione dell'identità, gli individui attraversano il lento processo che li mette davanti alla perdita di ciò che affettivamente hanno di caro. L'abbandono, infatti, è strettamente connesso alla vicenda dell'anzianità. Il caso dell'anziano 69enne di Caselle, trovato morente al freddo all'interno di casa sua, per di più durante le festività natalizie, è un chiaro sintomo di Sindrome da abbandono, che comporta ogni caratteristica rintracciabile all'interno dello spettro della depressione, gravata da un'incapacità nello svolgere ciò che durante il corso della vita si è svolto in maniera normale, e dall'abbandono e dalla perdita delle figure e degli oggetti - per oggetti, qui, si intendono persone psicologicamente ed emotivamente significative - che ne hanno accompagnato la vita.

E' possibile, infatti, trovare delle determinanti alla base della tristezza dell'anziano di Caselle: l'uomo è divorziato e pensionato, il che ha comportato la perdita di ciò che ha fondato nella vita la propria identità.

Psicologia della sindrome d'abbandono

Cosa è allora la sindrome da abbandono? Come agisce sul periodo critico della terza età? E' possibile comprendere tale disagio provato dagli anziani, attraverso il concetto già pronunciato di Sindrome da abbandono, che comporta diversi livelli d'intensità - dall'angoscia, alla depressione vera e propria -, e che viene prodotta da un abbandono reale, da una carenza degli affetti, o dal tradimento stesso degli affetti. E' possibile estrapolare il concetto di "permanenza dell'oggetto" di Jean Piaget - psicologo del metodo quasi sperimentale, il quale ha fondato le basi teoriche e pratiche per la moderna Psicologia dello sviluppo -.

Con questo concetto, lo psicologo, intendeva esprimere la totale dipendenza dal Caregiver - chi si prende cura del bambino - da parte del bambino, che prende consapevolezza della relativa insufficienza a cavarsela da solo, ragione per cui il caregiver è necessario ala sopravvivenza del bambino, tuttavia, come esprime il concetto di permanenza dell'oggetto, la figura d'accudimento in alcuni casi c'è, in altri no. Dunque, quando un bambino percepisce la presenza della madre è rassicurato perché conosce il ruolo svolto dalla madre nei suoi confronti; tuttavia, quando la madre non c'è, allora, "scompare", ossia viene a posizionarsi fuori dalla possibilità di percezione del bambino, allora accade la crisi d'angoscia, fino quando il caregiver non lo rassicura, o non prende coscienza del fatto che la madre permane anche se non viene percepita.

La presa di consapevolezza della permanenza dell'oggetto, avviene per fasi, per cui da una fase precoce d'infanzia, il bimbo accede alle successive, acquisendo le capacità strutturali e dinamiche che permettono la comprensione della realtà. Secondo gli studiosi, ciò che accade nella fase precoce dell'infanzia in cui l'oggetto non permane, resterebbe e lavorerebbe implicitamente nella psiche dell'uomo nell'intero corso di vita. Dunque, bisogna premettere che ogni processo psichico, già a partire dall'infanzia, è struttura strutturata, ma anche struttura strutturante. Difatti, il ricordo e le emozioni legate alla fase della non permanenza dell'oggetto, potrebbero ritornare e svegliarsi da adulti, nella fase della terza età, quando l'oggetto della propria dipendenza affettiva scompare, nel caso dell'anziano di 69 anni di Caselle, ad esempio, il divorzio e la conseguente perdita della moglie, e il pensionamento, sono due chiari esempi di perdita affettiva che si era strutturata nella psiche dell'uomo.