Proprio in questo periodo abbastanza particolare per la politica italiana, in un clima che va dall'accoglienza dello straniero al razzismo più brutale, bastano due particolari iniziative prese nel Triestino e dintorni a provocare anche online le più accese discussioni. Il primo fatto, scoperto per caso da una coppia di genitori che ascoltava una canzoncina di Natale intonata dai due figlioletti, è stato da subito preso di mira da diversi politici anche attraverso commenti online: una maestra della scuola primaria Beato Odorico da Pordenone di Zoppola ha pensato bene di sostituire la parola Gesù con "Perù" per non far sentire a disagio i bambini che professano una religione diversa da quella cristiana.

Neanche la preside dell'istituto era a conoscenza di questa modifica, e ha dichiarato di essersi già confrontata con l'insegnante.

La governatrice del Friuli Venezia Giulia, Debora Serracchiani del Pd, ha espresso il suo "quasi sdegno" verso dei gesti come questo, che tenderebbero a sopprimere tradizioni e cultura in cui i cittadini italiani si rispecchiano da tempo, e che in ogni caso non sono assolutamente da leggere come lesivi o dannosi nei confronti di qualcuno che appartiene ad un paese diverso dall'Italia.

La Befana porta i regali ai bimbi "italiani"

La seconda vicenda, invece, si è scatenata in seguito ad un intervento-social dell'assessore comunale al Commercio di Trieste, Lorenzo Giorgi, che si è sentito quasi costretto ad eliminare un post pubblicato su Facebook, riguardante l'annuncio di un evento all'insegna della solidarietà che si terrà a piazza Ponterosso dal 29 dicembre al 7 gennaio: "la Befana donerà giochi usati ai bambini 'italiani' meno fortunati".

Queste parole hanno provocato l'indignazione di molti internauti, i quali hanno letto, tra le righe del messaggio, una nota di razzismo e mancanza di accettazione verso chi non è italiano.

L'assessore Giorgi ha spiegato bene i motivi e le finalità di questa sua iniziativa, ponendo l'accento sul fatto che si è deciso di "destinare qualcosa a qualcun altro, e non di non destinare qualcosa a qualcuno".

Non si evidenzia nessuna colpa o peccato nel voler pensare prima di tutto ai propri concittadini e poi anche a tutti gli altri, purché in stato di bisogno, ha ulteriormente chiarito l'assessore triestino che si è sempre distinto per aver preso parte ad iniziative portate avanti da associazioni diverse, che avevano come destinatarie persone di ogni genere, senza alcuna differenza.

Da politico, Giorgi ha invitato a soffermarsi a riflettere sul fatto che l'Italia sia l'unico paese al mondo in cui, manifestare la volontà di aiutare i propri connazionali prima degli altri, venga additata come sinonimo di razzismo.