Sono trascorsi 20 giorni di intense ricerche senza esito. A questo punto, l'ipotesi più drammatica è che sia stata rapita e uccisa. Si infittisce il giallo sulla Scomparsa di Sofiya Melnyk, la 43enne ucraina svanita nel nulla dal 15 novembre scorso da Cornuda, località nel trevigiano in cui viveva con il compagno, il 50enne Daniel Pascal Albanese, trovato impiccato domenica 26 novembre. Non trapelano indiscrezioni, ma la procura di Treviso indaga a tutto tondo ipotizzando, al momento contro ignoti, i reati di istigazione al suicidio, sequestro di persona e omicidio.
Tra un suicidio e una scomparsa, una terza persona avrebbe avuto un ruolo rilevante in un caso ancora oscuro.
Scomparsa misteriosa
Più passano i giorni, più gli inquirenti sospettano che la donna possa essere uccisa e il cadavere occultato. Oggi ha fatto il punto sulle indagini il programma "La vita in diretta". Finora le ricerche condotte nel trevigiano, nella zona collinare boschiva tra Maser, Forcella Mostaccin, la Valle di Cornuda e il confine di Onigo, da parte di soccorso alpino, carabinieri, vigili del fuoco e protezione civile, non hanno dato alcun risultato. Di Sofiya è stata trovata solo l'auto dopo una settimana dalla scomparsa. Era sporca di fango, in un parcheggio a Maser. Un elemento che avvalorerebbe l'ipotesi di una terza persona e che si sia trattato di un depistaggio.
A denunciare la scomparsa dell'avvenente badante e traduttrice dal russo e ucraino, era stato il suo compagno, Daniel Pascal Albanese, che però domenica 26 novembre è stato trovato impiccato dalla madre e dalla sorella nella villetta di proprietà. Accanto al corpo dell'uomo, c'era un bigliettino il cui contenuto è conosciuto solo dagli inquirenti che potrebbe rivelare molte cose.
Resta nella casa della coppia il gatto Bella che non vuole muoversi, come in attesa del ritorno dei suoi proprietari. Più passano i giorni e più l'apprensione aumenta, specie quella di Valentina, la mamma di Sofiya. Daniel aveva detto di aver visto la compagna preoccupata per la sua incolumità.
Coppia riservata
In paese, Sofiya e Daniel erano conosciuti, ma solo di vista.
Era una coppia il cui tratto caratterizzante era la riservatezza. Lui ingegnere, lei traduttrice e interprete, ma anche accompagnatrice, stavano insieme da anni. Nel 2010, dalla Francia si erano trasferiti a Cornuda. A metà di novembre, lui era andato dai carabinieri a denunciare la scomparsa di lei che pare andasse spesso nel fine settimana a Bologna a lavorare come interprete, e che la sera della sparizione, aveva detto che sarebbe dovuta uscire con delle amiche a Treviso e sarebbe rimasta a dormire da una di loro. Ma a Treviso non è mai arrivata, e a casa non è più tornata. Gli aveva mentito? Forse l'uomo aveva scoperto un tradimento? Madre e sorella di Pascal, sapendo il suo stato di prostrazione per la scomparsa della compagna e preoccupate del suo silenzio che durava da un paio di giorni, erano accorse nella villetta trovandolo morto.
L'autopsia ha confermato che si è trattato di un suicidio. La speranza è che dai tabulati telefonici e dai pc sequestrati, possa emergere qualcosa che segni la svolta in una vicenda intricata. Il telefono della donna avrebbe agganciato per l'ultima volta una cella telefonica di una zona a 6 chilometri dall'abitazione. Un depistaggio anche questo?
Gelosia
Per il patrigno di Sofiya, intervistato oggi alla trasmissione "Pomeriggio sul cInque", in qualità di interprete, la donna potrebbe aver avuto tra le mani documenti che non doveva vedere. Però al tempo stesso, il patrigno ha ricordato che Daniel era gelosissimo. Come nel caso concomitante della Valtellina, ci sono due uomini che si sono suicidati, due donne di cui non si trovano i corpi. Una, Svetlana, l'altra Sofiya, entrambe dell'Est europeo, scomparse nel nulla e i compagni sospettati d'averle uccise. Ma forse le coincidenze finiscono qui, e l'esito delle storie è diverso.