È stata condannata in primo grado a 4 anni di reclusione Francesca Barracciu, nota politica sarda sottosegretaria alla cultura nel governo Renzi e fedelissima dell’ex sindaco di Firenze. Ad emettere la condanna è stato il tribunale di Cagliari e la stessa si è rivelata più leggera di quanto richiesto dal pubblico ministero del capoluogo sardo Marco Cocco. Alla Barracciu, inoltre, sono state riconosciute le attenuanti generiche, ma è stata interdetta per quattro anni dai pubblici uffici.

Accusa di Peculato

Il reato contesta alla ex sindaca di Siniscola è quello di Peculato.

L’onorevole sarebbe pesantemente coinvolta nello scandalo sui fondi destinati al consiglio regionale sardo e utilizzati ovviamente per fini non istituzionali, nel periodo in cui la Barracciu sedeva nei banchi di via Roma a Cagliari. La cifra sottratta si aggirerebbe sugli 80 mila euro.

Il periodo a cui si riferisce la condanna inizia dal 17 novembre 2004, mentre il periodo precedente risulta prescritto. In quel periodo la Barracciu sedeva negli scranni del consiglio regionale sardo eletta nel listino bloccato del governatore Renato Soru, che fu a capo di una giunta di centrosinistra dal 2004 al 2009.

La reazione della Barracciu

L’esponente Dem è ovviamente rimasta scossa, ma si dice serena. Giustamente afferma che questo è solo il primo grado e che ci saranno ancora appello e cassazione.

L’ex sottosegretaria è inoltre ansiosa di poter leggere le motivazioni che hanno indotto la condanna, rivendicando con forza il fatto che abbia rinunciato alle proprie cariche quando raggiunta dall’avviso di garanzia. La Barracciu, difesa dall’avvocato Franco Luigi Satta, denuncia inoltre una certa solitudine che l’ha circondata negli ultimi anni e cioè da quando ha rinunciato alla propria vita politica.

Prima dell’impegno nel governo, la politica originaria di Sorgono (NU), già eurodeputata, vinse le primarie del centrosinistra per le elezioni regionali sarde del 2014, salvo rinunciare a favore di Francesco Pigliaru proprio a causa dello scoppio dello scandalo dei fondi al consiglio regionale. Renziana della prima ora, dopo la rinuncia all’investitura come candidata governatrice in Sardegna, fu nominata dallo stesso ex premier (non senza polemiche) sottosegretaria al Ministero dei Beni e Attività culturali nel suo governo; carica che ricoprì dal febbraio 2014 al marzo 2015. Le dimissioni arrivarono quando l’esponente sarda del Pd venne rinviata a giudizio.