Del buco in bilancio del dopo Olimpiadi invernali si era accorto già il Movimento 5 Stelle, quando era all'opposizione. Era stato messo sul chi va là dalla rischiosa speculazione del governatore regionale Sergio Chiamparino, ex Sindaco di Torino, che intendeva trasformare la società per azioni, Finpiemonte, in partecipata dalla Regione: una vera e propria banca. Ne aveva avuto di coraggio, perché il suo successore alla guida della città, Piero Fassino, era stato deriso quando in campagna elettorale aveva affermato che Montepaschi, di cui è stata pubblicata la lista delle cento aziende debtirci, era una banca del Pd.
Il buco nel bilancio
Inaspettatamente, a gennaio dello scorso anno era arrivato il via libera dalla Banca d'Italia a quella che sembrava una boutade di Chiamparino, per rassicurare l'economia regionale. Ma ora è lo stesso ex sindaco a prendere coraggio e a denunciare in Procura: "Sono emerse gravissime anomalie verificate da controlli contabili di routine" rivela riguardo alla "sua" banca.
E immediatamente dopo la sua uscita allo scoperto, l'attuale presidente di Finpiemonte, Stefano Ambrosini, precisa, rincarando la dose, che i bonifici senza giustificazione sono stati di quasi sei milioni di euro, fra giugno 2016 e febbraio 2017. Chi ne fossero i destinatari, lo accerterà la Procura, che dovrà far luce pure su un investimento di 45 milioni di euro ad alto rischio.
Forse in derivati, swap e futures. Lo chiarirà l'inchiesta della Procura di Torino sulla passata gestione di Finpiemonte.
Spiega il presidente Stefano Ambrosini: "Nessuno di questi importi, in ogni caso, è idoneo a portare sotto la soglia di legge il patrimonio di vigilanza ed è difforme rispetto alle policies della società".
Chiamparino e Ambrosini hanno, così, depositato un atto di denuncia/querela alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti, dando inizio a tutte le procedure per il recupero delle somme e al risarcimento dei danni.
Ora la magistratura dovrà indagare sugli ammanchi milionari dai conti della finanziaria della Regione Piemonte.
Agli inquirenti è stata fornita tutta la documentazione disponibile. Perché Finpiemonte ha fiducia che le indagini metteranno capo al destino dei fondi che sarebbero transitati dalla finanziaria a società e fiduciarie, alcune in Svizzera, dove è è stato approvato il reddito di cittadinanza, proposto in Italia dal Movimento 5 Stelle.
Ciononostante, preoccupa il mondo politico ed economico che, in un momento di grave crisi economica, la banca voluta da Sergio Chiamparino si trovi nell'impossibilità di concedere finanziamenti alle imprese piemontesi. Ma è rassicurante che ora alla guida di Finpiemonte ci sia Stefano Ambrosini, figlio di Giangiuglio. irreprensibile giudice della Corte di Cassazione, già alla guida con Chiamparino della Compagna di San Paolo.
Il punto sulle indagini
Da tempo la Guardia di Finanza tiene sotto controllo la società Geam dell'ex presidente Fabrizio Gatti. La conosce molto bene anche Stefano Ambrosini che è stato consulente contro di essa, davanti al Tribunale fallimentare, quando era ancora presidente della Veneto Banca, acquistato a prezzi stracciati da Banca Intesa. Allora la causa era stata intentata dai creditori, tra i quali Banca Intesa e Mps per debiti di quasi dieci milioni. Soldi che avevano prestato per finanziare a Collegno una palestra super attrezzata da affittare ad una catena già attiva in varie parti d’Italia. Ma il Comune della cintura ovest di Torino non concesse l’autorizzazione e l’affare saltò.
Il rischio è che, con l'indagine in corso, la Banca d’Italia blocchi ogni transazione avvenuta su iniziativa dell'ex presidente, Fabrizio Gatti, sospettate di essere volte al proprio arricchimento privato.
Dopo le dimissioni del presidente Massimo Feira, nel novembre 2012, Fabrizio Gatti ne aveva preso la poltrona per poi essere confermato nel 2014 fino alla conclusione del triennio nel 2016. Prima di lasciare l’incarico è riuscito a strappare l’ok da Bankitalia all’iscrizione all’Albo unico degli intermediari finanziari, in modo da poter svolgere attività di cofinanziamento delle imprese piemontesi.