Il marò Massimiliano Latorre, noto a livello nazionale per la vicenda della Enrica Lexie e per essere stato accusato dal governo indiano insieme al collega Salvatore Girone di aver ucciso alcuni pescatori scambiati per pirati, ha salvato la vita ad una ragazza che stava morendo soffocata. Il fatto è avvenuto a Imola, in occasione della festa di Santa Barbara, patrona protettrice dei marinai. Il fuciliere stava entrando in casa di un amico e organizzatore dell'evento, quando ha notato una donna distesa a terra, circondata da diverse persone che però erano rimaste impalate, non sapendo come intervenire.

L'intervento del marò

Latorre dimostrando grande prontezza di spirito si è avvicinato alla donna e si è reso conto che era in preda ad una crisi epilettica e che stava per soffocare. A quel punto è intervenuto prontamente per tirarle fuori la lingua salvandole la vita. Poco dopo è giunta sul posto un'ambulanza, che ha trasportato la ragazza all'ospedale più vicino, dove è stata medicata. Quando la ragazza si è ripresa, nei giorni successivi, ha ringraziato personalmente il marò, che non sarebbe nuovo a gesti altruistici. Durante il periodo in cui era costretto in India Latorre si gettò addosso ad un giornalista indiano per spostarlo rapidamente ed evitare che fosse investito da un'automobile.

L'attacco della ex moglie

Recentemente la stampa nazionale era tornata ad occuparsi di Latorre dopo che la ex moglie Rosalba Ancona, con la quale il fuciliere ha avuto tre figli, lo ha accusato pubblicamente di non prendersi cura della prole. La moglie pur riconoscendo il suo valore professionale come fuciliere accusava il marò di trascurare i figli e di non vederli da molto tempo, invocando un maggiore impegno da parte sua.

Inoltre accusò l'ex marito di precedenti episodi di violenza, che avrebbe denunciato per poi ritirare la denuncia quando esplose il caso dell'Enrica Lexie.

Accuse che i legali tarantini di Latorre, Massimo Saracino e Mario Soggia, hanno rigettato con forza, sostenendo che la distanza da Taranto fosse dovuta esclusivamente a ragioni lavorative, ma che nonostante questo il marò si interessa quotidianamente alla vita dei figli e si interessa quotidianamente alle loro vite, assolvendo agli obblighi in materia di mantenimento imposti dal tribunale. Il racconto della donna fu definito "fantasioso", e gli avvocati affermarono di essere in possesso di prove documentali per dimostrarlo.