Una foto scattata a Posadas, in Argentina, ritrae una bimba, con degli abiti sporchi e sgualciti in una delle tante strade della cittadina, accovacciata e che beve da una pozzanghera. La foto, in poco tempo, ha fatto il giro del mondo e nella città argentina sono arrivate delle taniche di acqua per tutti quei bambini poveri e tutte quelle famiglie povere che abitano in strada. Il tam tam mediatico è partito prima di tutto all'interno della redazione del quotidiano locale "Misiones Online", dove lavora la fotografa che ha scattato la foto. Lei ed i suoi colleghi hanno portato in strada bidoncini d'acqua, bottiglie e ghiaccioli per dare i primi aiuti.

La bambina fa parte di una comunità indigena che vive di elemosina chiamata Mbya Guarani. Molto probabilmente, assalita dal caldo estivo, la piccolina, si è chinata in una piccolissima pozzanghera, bevendo quel poco di acqua sporca che vi era all'interno. La giornalista locale che ha scattato la foto ha detto che immagini così sono frequenti ogni giorno e raccontano un'enorme povertà che attanaglia questa città, ma che spesso viene dimenticata e non presa in considerazione. L'immagine è diventata virale in pochi minuti, tra Facebook, Twitter e tutti i social ed è diventata il simbolo della miseria dimenticata di Posadas.

I figli delle persone facenti parte di queste comunità vengono sfruttati e mandati in giro a chiedere l'elemosina.

Queste comunità non vogliono lasciare questi luoghi perché in questo modo, il loro reddito è superiore rispetto a quello che avrebbero nei loro villaggi. Secondo la Pontificia Universidad Catòlica, in Argentina, i poveri, stanno aumentando sempre di più e sono arrivati al 31,4%, cioè più di 13 milioni.

A pagare sono sempre i bambini

Sono molte le foto di bambini, che, per un motivo o per un altro ci hanno commosso in questi ultimi anni. La meno recente, che risale al 2015, è sicuramente quella del piccolo Aylan Kurdi, il bimbo di 3 anni trovato morto su una spiaggia turca. Un'altra foto è quella di Mohammed che ci ha fatto tornare in mente la persecuzione in atto in Birmania.

Poi c'è quella di Hope, il bambino nigeriano considerato uno stregone dalla propria famiglia e abbandonato, ed è stato fotografato mentre rovistava tra i rifiuti e non riusciva neanche a reggersi in piedi. C'è quella di Sahar, la bimba morta di fame in Siria e infine la foto del bimbo ferito di Erbil, che paga il prezzo della guerra civile.

In un mondo dove i bambini sono costretti a pagare le colpe degli adulti è arrivata l'ora che le cose cambino.