Tra le sanzioni più dolorose imposte dall'Occidente, dopo l'annessione della Crimea da parte della Russia nel 2014, c'è stato il divieto di vendere prodotti hi-tech alle società russe, in particolare quelle nei settori militare ed energetico. Il Cremlino, infatti, ha risposto a queste ultime di sviluppare le proprie soluzioni tecnologiche "made in Russia".

Nonostante il crollo dell'Unione Sovietica e lo stato scadente dell'economia, la Russia rimane una potenza mondiale quando si tratta di scienza tecnologica. Al tempo, l'aver inviato il primo uomo nello spazio, mentre ancora sotto un regime totalitario, la rese uno tra i paesi all'avanguardia.

Primato che permane ancora oggi, nello sviluppo del software, grazie alla tradizionale enfasi sulle "scienze dure" nell'istruzione superiore russa.

Diverse aziende tecnologiche stanno affrontando la sfida, le quali hanno ricevuto oltre 15 miliardi di rubli ($ 256 milioni) dal bilancio dello Stato per sviluppare alternative alle tecnologie occidentali. Infatti, il Ministero dello Sviluppo Economico ha avviato un programma il cui obiettivo è realizzare una politica economica e sociale che valorizzi e avvantaggi il paese. Pare che l'interesse principale sia la riproduzione di transistor a frequenza ultraelevata del tipo fabbricato dalle società americane Cree e dalle giapponesi Fujitsu.

La maggior parte di questi incarichi sono stati assegnati ad istituti di ricerca e società private con sede a Mosca e San Pietroburgo.

Ad esempio, l'Istituto di ricerca nazionale "Electron" ha ricevuto 265 milioni di rubli per sviluppare una serie di fotorivelatori per sistemi optoelettronici ad alta precisione, utilizzati per i sistemi di sorveglianza notturna. Il prodotto finale dovrebbe assomigliare alla tecnologia sviluppata dalla società americana Fairchild Imaging.

Il piano non è solo quello di utilizzare la tecnologia a livello nazionale, ma anche di esportarla nei mercati esteri. Ad inizio mese, dopo la sua conferenza stampa annuale, Vladimir Putin ha incontrato i rappresentanti del complesso militare-industriale russo nel Palazzo del Cremlino. Durante il summit, ha dichiarato che il governo russo "ha investito nel settore militare un sacco di soldi - tre trilioni di rubli".

Ha poi continuato dicendo: "Questi soldi non dovrebbero solo aiutare a mantenere la capacità di difesa della Russia, ma anche consentire alle società russe di conquistare sia i mercati russi che quelli esteri con prodotti civili high-tech".