Lui si chiama Walter Onichini e di mestiere fa (o meglio, faceva, perché adesso è costretto a fare l’operaio) il macellaio. Onichini vive con la sua famiglia in una villetta di Legnaro, paese in provincia di Padova e, fino a pochi giorni fa, era semplicemente un perfetto sconosciuto come tanti. La fama, anche se non richiesta, per lui è arrivata dopo che il tribunale di Padova lo ha condannato in primo grado ad una pena di 4 anni e 11 mesi per il tentato omicidio di Nelson Ndreaca, un ladro di nazionalità albanese che, il 22 luglio 2013, si era introdotto nottetempo nella sua abitazione, insieme a tre complici, con l’intento di compiere un furto.

Ladro che ora dovrebbe essere risarcito con 24.500 euro. Onichini ha la sola colpa di essersi difeso sparando, ma il giudice padovano ha deciso di infliggergli una pena così pesante perché, dopo aver ferito il criminale, lo avrebbe trasportato sulla sua auto per poi abbandonarlo a circa un chilometro di distanza senza avvertire le forze dell’ordine. Ma Onichini è un uomo coraggioso che non ci sta ad essere additato come killer, lui che è stato vittima di una banda di albanesi e marocchini. Ecco la sua versione dei fatti raccontata alla trasmissione radiofonica di Radio24 La Zanzara.

La versione di Onichini a La Zanzara

A poche ora dalla condanna per tentato omicidio, walter onichini decide di fornire la sua versione dei fatti dai microfoni de La Zanzara, l’irriverente show radiofonico condotto da Giuseppe Cruciani e David Parenzo.

“Dopo questa sentenza come si sente in questo momento lei?”, gli domanda Cruciani. “Mi sento calpestato e messo sul piano di delinquenti veri che invece vengono tutelati”. Il racconto di quella tragica notte del 2013 è agghiacciante. “Intanto nessuno vi ha detto che erano in 4 dentro casa, di cui tre albanesi e un marocchino, tutti già pregiudicati.

Quello che io ho ferito ha detto un sacco di cavolate perché sta benissimo. Quando è venuto in tribunale per chiedere il risarcimento non ha mostrato alcun difetto fisico, non ha avuto nessuna conseguenza, come invece scrivono i ‘giornalai’, la faccenda invece è un po’ diversa”.

Il rapinatore evaso dai domiciliari per compiere 19 rapine in Belgio

“Questa persona dopo che è stata ferita - prosegue Onichini - è evasa dai domiciliari ed è andata in Belgio e ha fatto 19 rapine se non ricordo male. Io questo signore qua, dopo essermi accorto che era a terra dietro la mia macchina, l’ho caricato per portarlo in ospedale. Durante il tragitto mi dice di fermarmi perché lo portavano i suoi. Io in quel momento mi fermo e, come apro il bagagliaio, questo signore mi aggredisce. Quando lui poi mi dice ‘guarda che mi portano i miei’, a me è scoccata la scintilla nel cervello che le tre persone che erano uscite da casa mia quando io ho sparato il primo colpo erano andate da mia moglie e i miei figli.

Questa è la dinamica reale di quello che è accaduto”.

‘Non volevo colpire nessuno’

“Io ho sparato sopra alla macchina, non volevo colpire nessuno. Poi sono sceso da casa disarmato e ho chiesto al signore di portarlo in ospedale. Non ho chiamato l’ambulanza e la polizia perché non avevo il telefono in quella casa e il cellulare era in macchina sotto carica”. Incalzato dalle domande dei conduttori, Walter Onichini specifica che non ha ancora pagato il risarcimento, perché congelato in vista del processo di appello, ma ammette anche di non avere tutti quei soldi. “Quello che avevo ho dovuto vendere per portare avanti questa faccenda, tra tecnici, avvocato e perizie. Ho dovuto vendere la macchina, una vecchia casa, delle quote di partecipazione in una società”.

L’albanese già estradato 6 volte dall’Italia era ancora qui

Walter Onichini è dunque solo una vittima della paura, della tensione e dell’adrenalina, convinto che “l’errore sta a monte perché, se questa persona che era già stata estradata 6 volte dall’Italia, fosse stata espulsa non avrebbe rovinato la mia vita e il mio lavoro, mi sento rovinato economicamente, psicologicamente e familiarmente”. Onichini vive ancora nell’incubo che se quella fatidica notte del 22 luglio 2013 fosse uscito un po’ prima per andare a lavorare, come sempre, sarebbe potuto accadere qualcosa di terribile alla sua famiglia. Una storia assurda, considerato che il ladro albanese, già condannato a 4 anni, non è stato mai arrestato, mentre adesso il povero Onichini, che non ha mai preso nemmeno “una multa per eccesso di velocità”, ha “paura della galera” e anche della vendetta della pericolosa banda di rapinatori.