Non finirà in carcere per l'aggressione ai danni del suo ormai ex compagno: con un morso gli staccò un testicolo. Arrivata la decisione dei giudici di Edimburgo sul controverso caso della 43enne di origini italiane, N.D.V. che, nel maggio scorso, avrebbe compiuto la brutale violenza sul compagno 44enne. L'imputata si è sempre difesa, rigettando ogni responsabilità e sostenendo di aver agito per legittima difesa. L'accusa, invece, si è innestata sulla convinzione che si fosse trattato di un'azione maturata nel contesto di un rifiuto a prestarsi ad un rapporto a tre da parte dell'uomo, escludendo il perimetro dell'autodifesa.
Poco prima del fatto, la donna avrebbe assunto dosi di droga e avrebbe dato in escandescenze, distruggendo la camera da letto nell'appartamento della vittima. Fu lo stesso 44enne, nell'immediatezza dell'accaduto, il 23 maggio scorso, a chiamare i soccorsi e la polizia. Gli agenti, giunti all'indirizzo segnalato, vi trovarono la donna all'esterno, ancora sporca di sangue sulla bocca e con visibili segni ascrivibili a una colluttazione.
L'imputata: 'Ho agito per legittima difesa'
La 43enne si sarebbe immediatamente dichiarata innocente rispetto all'ipotesi di aggressione contestatale, e avrebbe dichiarato subito di aver agito per legittima difesa. Peter McCormack, sceriffo che si occupa del caso, ha interrogato le persone con cui la donna si sarebbe trovata poco prima del fatto.
Si tratta di italiani residenti a Edimburgo per questioni di lavoro, che avrebbero fatto tappa in un locale notturno insieme alla coppia, conclusa la giornata lavorativa.
La donna avrebbe ammesso di aver fatto uso di droghe in quel frangente, prima di recarsi sul luogo dell'aggressione con gli amici. Secondo le dichiarazioni rese dall'imputata, le intenzioni sarebbero state quelle di consumare un atto sessuale di gruppo.
Il resoconto della vittima
Il 44enne mutilato dalla furia cieca della sua ex ha dichiarato di aver rifiutato di cedere alla volontà di un rapporto a tre, manifestata dalla donna. Secondo la sua versione, proprio l'aver disatteso le aspettative della 43enne avrebbe scatenato la sua brutale reazione. Ne sarebbe scaturita una lite piuttosto accesa, al culmine della quale la 43enne lo avrebbe aggredito nonostante il suo tentativo di difendersi.
La condanna
Sarebbero molti i 'non ricordo' nel resoconto dei fatti fornito dalla donna alle autorità. Lacune che non avrebbero trovato risposte univoche nel corso di questi mesi di indagine. La sentenza di condanna per aggressione è arrivata dopo una serie di indagini e la valutazione della posizione e della condotta sociale della donna, che pare non aver mai avuto alcun tipo di guaio con la giustizia.
No al carcere: nessuna pena detentiva ma un ordine di restrizione della libertà emesso dal giudice, valido per 6 mesi, con obbligo di stare a casa dalle 22 alle 6 del mattino. Disposto il risarcimento alla vittima: 500 sterline.