Catania, ospedale Biancavilla: soltanto un uomo, per il momento è stato arrestato in seguito allo scandalo degli anziani terminali uccisi sulle ambulanze. Si tratta di Davide Garofalo di anni 42, considerato uno dei responsabili del decesso accelerato. Una storia che si ripete, e che va oltre ogni limite della dignità umana. L'inchiesta è stata aperta dopo una soffiata di un probabile pentito, che nel mese di maggio scorso ha parlato con gli inviati della trasmissione "Le Iene". Potrebbe trattarsi anche di qualcuno che ha deciso di denunciare per vendetta in seguito all'espulsione dal giro.

Il collaboratore ha riferito di una collaborazione a sfondo mafioso.

Il meccanismo d'azione

Gli addetti sanitari, responsabili del trasporto del malato, quasi sempre anziani in fin di vita, praticavano un'iniezione di aria endovena per accorciare i tempi del decesso. Si trattava di vittime deboli in quanto a età e salute. Le vittime sarebbero decedute comunque, ma la volontà dei familiari era quella di tenere con sé il parente, in casa propria per dare loro l'ultimo saluto. A quel punto interveniva una società privata di ambulanza a bordo della quale si trovavano un autista e un addetto barelliere, il sig. Garofalo, che durante il trasporto dall'ospedale a casa iniettava aria nelle vene attraverso l'ago cannula.

I tempi di decesso erano brevissimi. Il paziente arrivava a casa già morto per embolia gassosa ma nessuno poteva sospettare di nulla dal momento in cui si trattava di un malato terminale. In questo frangente entrava in gioco il meccanismo che avrebbe facilitato il guadagno sporco. Gli operatori si offrivano di chiamare le agenzie funebri e di occuparsi personalmente della vestizione e del trasporto.

Le agenzie d'altro canto riuscivano facilmente ad arrivare all'acquisizione del cliente approfittando della psicologia vulnerabile dei parenti, imponendo i loro servizi e i relativi costi con scarsa senza possibilità di rifiuto. Con questo meccanismo d'azione, Garofalo guadagnava circa 300 euro dalle pompe funebri, anziché 30/50 per aver fornito loro "lavoro".

L'ambulanza della morte: un arresto e tre indagati sospetti

I carabinieri della procura di Catania nel comune di Paternò, hanno aperto un'indagine chiamata "Ambulanza della morte" e sospettano, in base ai risultati ottenuti fino a questo momento, che dal 2012, siano stati 50 i casi di morte causati da questa tecnica ingannevole. Oltre a Garofalo, cui sarebbero imputati tre dei casi sospetti, ci sarebbero altre persone nella lista degli indagati. Per adesso sono state prese al vaglio alcune cartelle cliniche. Medici e infermieri del Nosocomio di Biancavilla sarebbero disinformati sui fatti.