Un attacco divenuto strage
Il responsabile di Emergency ha definito l'esplosione kamikaze "un vero massacro". Dopo le violenze perpetrate nei confronti della sede dell'ONG Save The Children, ritorna il caos nel paese. Cadaveri, feriti e ambulanze erano disseminati lungo la strada del checkpoint nei pressi del Ministero dell'Interno a Kabul. Il bilancio provvisorio è di decine di feriti e di diversi morti, il cui numero preciso non è ancora stato stimato. Nel frattempo sono giunte dichiarazioni che smentiscono continuamente il bilancio delle vittime.
"Sono giunte da noi almeno una sessantina di persone dopo un'esplosione molto vicina all'ospedale. Ritieniamo che molti feriti continueranno a venire da noi", afferma Cristina Contini, Country Administrator dell'Ong Emergency. A riportare le informazioni è l'agenzia di stampa Reuters, cui il parlamentare Mirwais Yasini ha riferito di un esplosivo contenuto all'interno di un'ambulanza. L'assalitore suicida intendeva colpire l'Alto Consiglio di Pace, situato vicino a un ospedale. Inizialmente, il Ministero della Sanità aveva contato soltanto 18 feriti, ma il numero nelle ore successive, non ha esitato a crescere. Probabilmente, nelle prossime ore il governo afghano comunicherà il numero preciso delle vittime coinvolte nell'attentato.
I talebani dell'Emirato islamico dell'Afghanistan hanno rivendicato la matrice del gesto. Solo pochi giorni prima, i suddetti talebani avevano riconosciuto di essere gli artefici dell'esplosione avvenuta presso l'Hotel Intercontinental.
Le possibili cause delle violenze jihadiste
Le tensioni fra le organizzazioni terroristiche di AlQaeda e Isis sono conosciute ormai da tempo nella galassia del fondamentalismo islamico.
Di fatto, l'Isis è la costola di Al Qaeda, distaccatasi nel 2014 per dar vita allo Stato Islamico e al "sogno" del Califfato. Potrebbe infatti essere questa concorrenza fra le due formazioni islamiste ad aver accresciuto la spirale di violenza in Afghanistan. L'organizzazione più agguerrita può, secondo la mentalità jihadista, risultare esteticamente più attraente.
Tuttavia, i civili sono le prime vittime di questa sfida, del tutto estranea alla logica del musulmano pacifista.
Un'altra possibile causa è lo spostamento dell'epicentro del conflitto terroristico dalla Siria verso territori più vicini all'Iran, nuovo focolaio di tensione tra le forze governative e quelle d'opposizione. Anche i fraintendimenti fra gli Stati Uniti di Trump e I' Iran di Rohani lasciano pensare a un possibile spostamento dello scontro geopolitico.