In questi giorni Papa Francesco si è recato in Cile, con l'obiettivo di continuare la sua campagna contro gli abusi sui bambini da parte della Chiesa. Dolore e vergogna: sono queste le prime due parole scelte per cominciare il suo discorso al Palacio de La Moneda, la residenza del presidente della Repubblica cilena. Nello Stato sudamericano, infatti, tale fenomeno è molto diffuso e costituisce una vera e propria pagina nera nel curriculum della Chiesa Cattolica, che il pontefice si è imposto da anni di cancellare definitivamente. In seguito al lungo discorso, il Papa ha percorso alcune delle vie principali di Santiago del Cile e qui, durante il bagno di folla, una persona ha lanciato un giornale che lo ha colpito alla testa.

Il Papa contro gli abusi in Cile

Il Cile è solo una delle tante realtà in cui è possibile assistere di frequente ad eventi legati agli abusi sui minori da parte dei componenti della Chiesa: proprio per questo motivo, Papa Francesco ha speso molte parole a riguardo. Si è detto addolorato per quanto accade nello Stato sudamericano e ha chiesto ai suoi fratelli di unirsi alle vittime, affinché ciò possa non ripetersi più; prova inoltre vergogna per il danno irreparabile che alcuni ministri della Chiesa arrecano ai bambini. Concluso il discorso dal Palacio de La Moneda, il pontefice ha avuto un faccia a faccia con un gruppo di vittime. Come spiega il segretario Greg Burke, durante l'incontro non era presente nessun altro, così da creare una situazione tale da permettere loro di raccontare le proprie esperienze e di cercare di superare insieme il dolore che tutto ciò può aver provocato.

Il Papa li ha ascoltati, ha pianto ed ha pregato con loro.

Critiche contro la Chiesa e Papa Francesco

La decisione di far visita al Cile è stata piuttosto criticata, in quanto la Chiesa e il pontificato di Papa Francesco sono stati accusati di essere stati complici con un evento che ha scosso l'animo dei cileni. Si tratta del caso di Karadima, un prete pedofilo sospeso dal Sant'Uffizio nel 2011 a seguito di una lunga serie di denunce.

L'uomo era molto influente nel Paese, essendo stato in grado di accogliere nella propria parrocchia una serie di personaggi molto famosi in Cile. Tutto ciò gli ha dunque permesso di ottenere grande visibilità e soprattutto di circondarsi di giovani, i quali poi hanno avuto il coraggio di denunciare le molestie sessuali ricevute.

Tali atti sarebbero avvenuti negli anni '80, ma solo nel 2011 il prete fu costretto a ritirarsi a vita privata. L'accaduto ha suscitato una grande diffidenza da parte dei cileni, a tal punto che la Chiesa è divenuta molto più impopolare rispetto agli anni passati. Ad aggravare ulteriormente la situazione è stata poi la nomina di Juan Barros, eletto sacerdote nel 2015 dallo stesso Papa Francesco: molti sostengono che Barros sia un amico di Karadima e che abbia avuto anche un ruolo fondamentale nel coprire le malefatte del prete scomunicato.

Un uomo lancia un giornale: il Papa colpito alla testa

Il quadro generale che ha come scenario il Cile ha creato dunque una serie di tensioni, le quali si sono intensificate maggiormente con l'arrivo di Papa Francesco.

Seppur fosse stato largamente applaudito durante il suo discorso dal Palacio de La Moneda, sembrerebbe che non tutti abbiano gradito la presenza del pontefice nello stato cileno. Ciò ha causato un momento di tensione, creatosi quando il Papa stava percorrendo alcune vie di Santiago: mentre era a bordo della papamobile e salutava la gente lì presente, le immagini della televisione locale hanno registrato il lancio di un giornale. Il quotidiano ha colpito alla testa il pontefice che, dopo aver capito cosa stesse accadendo, ha deciso di continuare il proprio tragitto con il sorriso. Resta ora da chiarire quale potesse essere la natura del gesto, ma resta più plausibile la motivazione legata ai protestanti appartenenti alla cosiddetta ''Marcia dei poveri'', i quali chiedono a gran voce l'allontanamento del sacerdote locale.