Classe 1926, ingvar kamprad, fondatore dell'ikea, è morto il 28 gennaio dopo una breve malattia, come recita l'annuncio trasmesso sul sito dell'azienda: imprenditore per eccellenza, originale e innovativo, a soli 17 anni nel 1943, in piena II Guerra Mondiale, aveva creato l'azienda che è oggi un simbolo, un'idea e un vero modo di vivere e vedere le cose.

Molto è ciò che si sa sulla vita di Ingvar Kamprad, ma quello che spicca innanzitutto è il suo essere un imprenditore multimiliardario al di fuori degli schemi. Non era certo l'uomo da Ferrari o Lamborghini, con feste da giornale o circondato da modelle e vamp alla Trump, e se proprio si vuole dire qualcosa contro di lui, si accenna immediatamente alle sue simpatie per i Nazisti, poi ampiamente sconfessate come "follia di gioventù", in un'epoca in cui molti, anche in Svezia, fuori dalla guerra e non invasa, lo erano.

Lui era l'uomo che, come racconta un aneddoto sulla sua vita, per visitare una sua fabbrica e vedere coi suoi che tutto fosse a posto, di ritorno da un soggiorno in Toscana, visitava a Genova il suo magazzino senza dir nulla a nessuno, girava per i reparti, chiedeva per vedere il comportamento degli addetti e solo alla fine, alla Reception, si faceva ricevere dal direttore. Insomma, un miliardario e un imprenditore fuori dal coro, con l'idea di creare economia risparmiando e da questa sua idea iniziale seppe far nascere un impero, il blu e il giallo che fanno la differenza e che in tutto il mondo riconoscono come Ikea, lo stesso giallo e blu della bandiera svedese.

Semplice, schivo, amante del risparmio, si recava al lavoro con la metropolitana, usava i fogli su ambedue i lati prima di buttarli, faceva la spesa nei mercatini e cercava a sconti e offerte, era partito da ragazzo vendendo fiammiferi per arrivare al 2017 con un patrimonio di quasi 34 miliardi di dollari.

Il suo motto era "In ogni problema c'è un'opportunità": oggi, i suoi figli governano l'Impero da cui comunque si era ritirato già da alcuni anni.

IKEA, più di un nome

La parola IKEA è un acronimo, in quanto raggruppa le iniziali di Ingvar Kamprad e di Elmtaryd e Akunaryd, rispettivamente la fattoria di suo padre e il villaggio in cui si trova.

Per capire la sua idea di imprenditoria che è anche una vera filosofia di vita, è interessante leggere la sua autobiografia "La storia dell'Ikea" del 1998: egli partì con una sedia, un tavolino, una poltrona fatti costruire in una falegnameria vicina a casa e poi venduti ad un 30% meno del prezzo in vigore sul mercato. Da qui l'idea di costruire mobili semplici ma efficienti e funzionali, dalle linee geometriche, comodi e pratici, ma ad un prezzo alla portata di tutti.

E in quanto dislessico con qualche difficoltà nei numeri, insisteva per dare ai suoi mobili dei nomi propri, in modo che fosse più facile per lui ricordarli, insomma come fossero persone: ecco dunque la famosissima e vendutissima libreria Billy o la poltrona Poang. Oggi, il catalogo Iklea risulta essere, dopo la Bibbia, il libro più sfogliato e letto del mondo.

Ikea, una filosofia

L'idea Ikea poggia su una base, quella di vendere mobili funzionali ed efficienti ad un prezzo alla portata di tutti, in modo che lo shopping dell'arredo casa sia alla portata di ogni tasca, in poche parole "democratico".

Come risparmiare?

E' semplice, invece di fornire mobili pronti con consegna e montaggio a casa, viene proposta l'idea di risparmiare col concetto "noi ti forniamo i pezzi pronti, tu, cliente, te li vieni a prendere, te li monti con brugole e cacciaviti e te li sistemi quando dove e come vuoi, coi tuoi tempi di lavoro".

Ikea risparmia e risparmia anche il cliente. Ma quella che voleva essere ed era nella realtà un'offerta concreta di risparmio, è diventato ormai un modo di essere, vivere e pensare esemplificato dal piacere del fai da te che ha conquistato tanti di noi.

Partita per chi non aveva molto denaro a disposizione, oggi Ikea è un modo di vivere ed è frequentato dalle classi sociali più diverse, dai poveri ai ricchi, compresi gli intellettuali e basta fare un giro nei grandi magazzini Ikea di ogni grande città per vedere quanto spazio viene dedicato ai libri.