Dal virtuale al reale e nel peggiore dei modi. Un uomo alterato e in evidente stato di ubriachezza, ha aggredito una ragazza e il suo fidanzato che si trovavano in un pub per trascorrere una gradevole serata. Prima li ha molestati a parole. Poi, quando sembrava essersene andato, è tornato all'attacco armato di una spranga di ferro e li ha picchiati entrambi, specie la ragazza colpita in faccia. Voleva "punirla" per una ragione assurda: lei non gli aveva concesso l'amicizia su Facebook, probabilmente sapendo che si trattava di un soggetto pericoloso e con problemi di alcolismo.
L'episodio è accaduto sabato scorso a Pontecagnano Faiano, località in provincia di Salerno.
Aggredita a sprangate
A determinare il gesto folle è stato probabilmente l'evidente stato di ubriachezza in cui versava l'aggressore. Dopo aver individuato la sua preda in un pub di Pontecagnano, in un primo momento è entrato e ha iniziato a dar fastidio alla ragazza, al fidanzato e al titolare del locale che lo ha invitato ad uscire. Nulla lasciava pensare a ciò che sarebbe accaduto di lì a poco. Perché lo stesso individuo si è armato di una spranga di ferro e all'esterno del locale si è avventato contro la ragazza e il fidanzato che tentava di difenderla. Tra i due ad avere la peggio è stata la ragazza colpita in pieno viso: ha riportato la lesione del labbro, rottura di alcuni denti , traumi e contusioni, ed è stata brutalmente sfigurata in volto e probabilmente dovrà sottoporsi a interventi ricostruttivi.
La prognosi per lei è di 40 giorni. Il ragazzo invece è stato colpito alla testa e per fortuna si è evitato il peggio. Ne avrà comunque per almeno una decina di giorni. L'individuo in un primo momento era riuscito a dileguarsi. Sul posto sono intervenuti i carabinieri che dopo una breve indagine l'hanno rintracciato e denunciato per gravi lesioni.
Ai carabinieri l'uomo, un incensurato del posto, ha confermato che a far scattare la sua rabbia è stato il rifiuto della ragazza di accettare la richiesta di amicizia sul noto social network.
Episodi di follia
La cronaca racconta sempre più di frequente sconcertanti episodi di inaudita violenza dettati da motivazioni futili, inconsistenti.
Basta un'amicizia virtuale negata a far scattare una furia rabbiosa agita contro persone colte alla sprovvista. Ma il caso più grave finora registrato, ha segnato il passaggio dalla violenza alla follia pura e si contraddistingue per l'assenza di movente. O per avere come unica spiegazione plausibile proprio la follia. La vittima, Micaela Castro Pizarro, una badante peruviana da 20 anni in Italia, era alla stazione metro Eur Fermi in attesa del convoglio quando è stata spinta sui binari da Igor Trotta, un uomo disturbato e in cura psichiatrica. L'ha spinta proprio mentre stava arrivando il treno che l'ha investita amputandole la mano sinistra. Purtroppo non è stata possibile riattaccarla. Ora la cittadina peruviana è grave ma stabilizzata.
"Dio mi ha detto di farlo, i suoi emissari del Vaticano me l'hanno chiesto" ha detto Igor Trotta ai poliziotti che l'hanno bloccato a casa ed arrestato per tentato omicidio. L'uomo era in cura al Cim da quando era bambino. Ed era proprio di ritorno dal Centro d'igiene mentale dell'ospedale romano "Sant'Eugenio" quando ha commesso il folle gesto. Ha ammesso le sue responsabilità ed è al momento detenuto nel centro clinico del carcere di Rebibbia.