Sarebbe potuto capitare a chiunque. Ciò che è successo ieri a Micaela, una badante peruviana 47enne, sarebbe potuto accadere a uno qualsiasi degli utenti della metropolitana romana che ieri alle 13, ora di punta, sostavano sulla banchina gremita alla fermata Eur Fermi in attesa del treno. Non conosceva il suo aguzzino la donna che senza alcun motivo è stata spinta sui binari proprio mentre passava il treno che l'ha investita. I.T. cittadino italiano 47enne con disturbi psichici catturato all'alba dalla polizia, l'ha scelta a caso, nel mucchio. La donna soccorsa è stata portata d'urgenza all'ospedale San Camillo, ma non è stato possibile riattaccarle la mano amputata dal treno che l'ha investita.

Il primo che l'ha soccorsa

Il primo intervenuto a soccorrere la povera vittima è stato Gianluca Marzano, maresciallo della Marina 44enne originario di Sapri. Marzano si è calato sotto i binari aiutato da un giovane poliziotto che gli ha fatto luce con il cellullare. Una volta che si è infilato sotto il treno, ha trovato la donna in una condizione di sofferenza atroce perché aveva una grande ferita alla testa e la mano sinistra le era stata troncata dal passaggio del treno. Le ha parlato per tranquillizzarla fino all'arrivo dei vigili del fuoco intervenuti con due squadre e un carro sollevamenti per tirarla fuori e l'ambulanza del 118. Il sopralluogo della polizia scientifica per i rilievi ha interrotto la circolazione dei treni per oltre due ore.

'Me lo ha detto Dio'

Non c'era stato nessun contatto, alcun litigio né discussione. Non si conoscevano né si erano mai visti o incrociati prima di ieri. Non c'è motivo, nessun movente per cui l'arrestato l'abbia spinta dalla banchina, eccetto un grave disturbo psichico. È stato un gesto di pura e assoluta follia a portare il 47enne italiano all'improvviso ad avvicinarsi alla povera badante peruviana nella banchina sovraffollata e a spingerla sotto il treno.

L'ha conferma Luigi Silpo capo della squadra mobile Roma, dopo che gli agenti di polizia l'hanno bloccato. Dopo aver colpito, si era dileguato tra la folla. Ad incastrarlo sono state le immagini delle telecamere di sorveglianza [VIDEO] presenti in stazione e alcuni testimoni che l'avevano visto scappare vestito con un giubotto rosso.

Gli inquirenti l'hanno rintracciato nella sua casa romana dove viveva con la madre. 'Ho sentito delle voci, me l'ha detto Dio', ha detto per giustificarsi. Seguito da tempo per problemi psichici, sarò interrogato lunedì.

Condizioni della donna

La donna ricoverata all'ospedale San Camillo è grave ma in condizioni cliniche stabilizzate. E' mantenuta in sedazione profonda ed assistita tramite la respirazione meccanica. Ha perso la mano sinistra perché, nonostante i tentativi dell'equipe chirurgica, non è stato possibile riattaccarla. Oltre a perdere la mano, ha molte lesioni, traumi, fratture multiple. Ha subito un lungo intervento chirurgico e dovrà essere operata nei prossimi giorni all'addome.

Precedente 'tossico'

Il caso che viene alla memoria è quello di una donna che ha perso la vita, vittima del delirio tossico di un 19enne. Si chiamava Giuseppina Carasole, 60enne residente in provincia di Viterbo. Ha perso la vita il 30 maggio scorso perché uno sconosciuto, Samuele Viale l'ha spinta in un burrone nei pressi della località alpina Limone in provincia di Cuneo. Non l'aveva mai vista. La signora faceva una passeggiata e raccoglieva fiori. Sotto l'effetto di sostanze allucinogene, quello sconosciuto l'ha spinta con un calcio facendola precipiatre per 50 metri. Dopo essersi contraddetto aveva confessato il crimine. Attualmente è detenuto nel carcere Le Vallette di Torino.