C'è un nuovo indagato per l'omicidio di noemi durini, la sedicenne di Specchia in provincia di Lecce, scomparsa lo scorso 3 settembre e ritrovata senza vita - assassinata con un coltello da cucina - nelle campagne di Castrignano del Capo dieci giorni dopo. La Procura della Repubblica di Lecce, ha iscritto nel registro degli indagati un meccanico di 49 anni, Fausto Nicolì di Patù, coinvolto nelle indagini da Lucio Marzo, l'ex fidanzato della vittima reo confesso. All'epoca dei fatti minorenne - ora detenuto in un carcere sardo - il fidanzato di Noemi condusse con la sua testimonianza gli inquirenti al ritrovamento del corpo.

Il meccanico accusato di aver plagiato Noemi Durini

Fausto Nicolì conosceva la coppia di giovani fidanzati, non ci sono dettagli sulla lettera inviata agli inquirenti da Lucio puntando il dito sul meccanico, come autore materiale del delitto. In una delle molteplici versioni, fornite durante gli interrogatori, il ragazzo indicò l'uomo come il vero mandante, che convinse Noemi a sterminare la sua famiglia. I carabinieri hanno effettuato una perquisizione al domicilio di Nicolì, durante la quale è stato prelevato soprattutto materiale informatico (hard disk, chiavette usb ecc.). Tutto ciò malgrado ci sia stata una confessione piena e una perizia ed il meccanico abbia già presentato una denuncia-querela, nei confronti dell'accusato, alla Procura dei Minorenni.

Le ambiguità del fidanzato di Noemi Durini e la pista non seguita

Difficile comprendere la strategia dei legali del ragazzo, accusato di omicidio premeditato e la conseguente risposta degli inquirenti che danno credito ad un personaggio ambiguo. Dopo la confessione, Lucio fece dichiarazioni contrastanti in merito al movente: accusando Noemi di voler sterminare la sua famiglia, perché contraria alla relazione tra i due giovani.

"Noemi voleva convincermi ad uccidere i miei genitori" raccontò il ragazzo, nell'ultimo interrogatorio dinanzi al Pubblico Ministero Anna Carbonara della Procura per i minori, mentre nella prima versione motivò il suo atto con la gelosia e gli atteggiamenti troppo spregiudicati della fidanzata.

Non è stata credibile la versione di un raptus omicida, come sostenuto dallo stesso Lucio, ma vi sarebbe stata una premeditazione dettata dalla pianificazione.

Anche al momento dell'arresto, il giovane ha ostentato atteggiamenti discutibili, rischiando il linciaggio dalla folla, radunata davanti alla stazione dei carabinieri di Specchia, sorridendo e salutando verso le telecamere dei giornalisti. Rimane sempre al palo, la pista indicata dal padre di Noemi, convinto che Marzo stia coprendo il proprio padre, accusato di occultamento di cadavere, Secondo Umberto Durini, il padre del ragazzo aveva un odio incomprensibile verso la figlia e questo avrebbe influito su Lucio che accolse quando fu cacciato da casa .