Quei carnet di assegni erano stati per lui una manna dal cielo. E così – per cercare di risolvere i propri debiti di gioco – un medico olbiese, Raffaele Vaccaro, 46 anni, al tempo direttore sanitario della Rsa “Sole di Gallura”, aveva ben pensato (secondo la Procura) di utilizzare quei soldi per saldare i debiti che aveva accumulato con le sue giocate al videopoker. E così – secondo l’accusa – li aveva portati via dalla stanza del pover’uomo che inizialmente di nulla si era accorto. Per questo motivo – ieri mattina – l’uomo difeso dall’avvocato Angelo Merlini, ha patteggiato la pena di un anno e otto mesi di reclusione ma con la sospensione della pena.

Le accuse sono pesanti: ricettazione e falso. La sentenza – emessa dal giudice monocratico del Tribunale di Tempio, Giuseppe Grotteria – è la conseguenza di un accordo preso tra le parti. Anche perché le accuse rivolte al medico Raffaele Vaccaro, risalgono al lontano 2014.

Debiti al videopoker

Secondo quanto ricostruito dalla Procura di Tempio, i fatti che vedono coinvolto il medico sono accaduti circa quattro anni fa all’interno della struttura sanitaria “Rsa Sole di Gallura”, in via Tavolara a Olbia, di cui Raffaele Vaccaro era il direttore sanitario. Secondo l’accusa infatti l’uomo – sfruttando la sua posizione all’interno della struttura sanitaria – si sarebbe impossessato di un libretto d’assegni che apparteneva al paziente Manlio Raggi, un anziano signore di oltre novant’anni che – per sua sfortuna – non si era accorto di niente, sicuramente mai pensando che quel medico potesse compiere un gesto simile.

Secondo il pubblico ministero che ha svolto le indagini, Raffaele Vaccaro, si sarebbe proprio impossessato di quegli assegni che avrebbe portato via dalla camera dove l’anziano stava trascorrendo la sua degenza, dopo una serie di controlli e operazioni. Tradendo totalmente la fiducia del suo anziano paziente.

Assegni con firma falsa

Le indagini svolte dalla Procura di Tempio hanno evidenziato che l’ex direttore sanitario della “Rsa Sole e Luna” avrebbe staccato ben due assegni. Per poi compilarli e firmarli proprio con il nome e cognome dell’anziano paziente. Insomma – come recita il capo d’imputazione messo nero su bianco dal pubblico ministero – l’uomo avrebbe falsificato ben due firme, staccando assegni intestati ad un’altra persona che chiaramente non ne era a conoscenza.

Questo denaro sarebbe stato infatti utilizzato per pagare i debiti di alcune giocate al Videopoker che l’ex direttore sanitario aveva accumulato nel tempo. Denaro speso all’interno del bar “Fausto Noce” di Olbia. I controlli delle Forze dell’Ordine erano scattati dopo un po’ di tempo anche perché – prima che l’anziano si accorgesse della sparizione – non sembravano essere stati utilizzati. Fino a quando la denuncia non ha dato il via alle indagini che hanno portato alla denuncia per ricettazione e falso.