Sono emerse quest'oggi alcune importanti dichiarazioni rilasciate dalla fidanzatina di ciro ascione agli inquirenti. La sua testimonianza è stata fondamentale per incentrare le ricerche verso l'epilogo che tutti abbiamo avuto modo di apprendere.

Il racconto dell'ultimo pomeriggio insieme

I due ragazzini si erano incontrati intorno alle 18.00 nei pressi della stazione di via Toledo per poi dirigersi sul Lungomare di Mergellina e dunque nella Villa Comunale, dove sarebbero rimasti fino alle 20.40 circa. Come sempre, anche in quell'occasione il tempo insieme era trascorso senza che nessuno dei due avesse modo di guardare l'orologio per sincerarsi di non essere in ritardo.

Eppure Ciro aveva detto al suo papà che per le 21.30 avrebbe fatto rientro a casa: da qui la necessità di tentare l'impossibile per mantenere la promessa fatta qualche ora prima.

La folle corsa e la telefonata mai arrivata

Ciro e la sua dolce metà corrono a più non posso per non perdere la prima corsa della metro disponibile ed in pochi minuti riescono a raggiungere la stazione di Via Toledo. "Ti chiamo appena arrivo a Garibaldi" aveva riferito il 16enne alla fidanzatina in apprensione prima di precipitarsi sulle scale che lo avrebbero condotto ai convogli.

Quella telefonata, tuttavia, non è mai partita. Come testimoniato dalle immagini delle videocamere di sorveglianza, non appena giunto in stazione centrale, Ciro Ascione corre disperatamente verso i treni regionali e, accortosi della partenza del convoglio che da Napoli avrebbe dovuto condurlo a Casoria, si aggrappa disperatamente al predellino di quest'ultimo, condannando quel pomeriggio d'amore a diventare una vera e propria tragedia d'amore.

"In un primo momento non mi sono preoccupata- spiega la ragazzina- pensavo che gli si fosse scaricato il cellulare. Ho invece realizzato che c'era qualcosa che non andava nel momento in cui mi ha chiamato un suo amico, che lo attendeva per una pizza. La situazione è precipitata con la telefonata della Questura che intorno all'una mi ha prelevata a casa per un interrogatorio."

Il ritratto di Ciro

La loro era una storia semplice, basata sui piccoli gesti e sulla semplicità tipica di un rapporto adolescenziale: "Guai a chi ti tocca"- le ripeteva spesso Ciro, che aveva saputo corteggiarla con galanteria e con grande educazione.

Ne parla con le lacrime agli occhi la fidanzatina, che lo ha descritto come un ragazzo solare, molto affettuoso e tifosissimo del Napoli. A chi le ha chiesto se Ciro avesse dei problemi che avrebbero potuto indurlo al suicidio, ha risposto con decisione che la bocciatura dell'anno precedente era cosa superata e il giovane si trovava benissimo con la sua nuova classe.