A Torino sono stati recentemente arrestati tre giovani ragazzi di origine tunisina, ritenuti legati ai miliziani dell'autoproclamato Stato Islamico. Secondo quanto si legge in un articolo pubblicato sul sito web del Fatto Quotidiano, per uno dei tre sospetti islamisti è stata disposta anche la custodia cautelare in carcere. Andando nello specifico, i tre ragazzi tunisini arrestati sono tutti iscritti all'Università di Torino e hanno dai 26 ai 31 anni. Più precisamente, i tre sospetti estremisti islamici sono il 27enne Nafaa Afli, il 31enne Marwen Ben Saad e il 26enne Bilel Mejri.
La copertura dell'iscrizione all'Università
Come già ricordato, tutti e tre i giovani tunisini risultavano teoricamente iscritti all'Università del capoluogo piemontese. Ma, stando sempre a quanto scritto nell'articolo del Fatto Quotidiano', tale iscrizione era in realtà una 'copertura' e gli stessi sospetti jihadisti non hanno mai frequentato né dato esami universitari. Il fatto è che il gruppo nordafricano utilizzava il proprio tempo per propagandare l'ideologia estremista dell'ISIS. Oltre a ciò, è stato scoperto che i giovani tunisini si erano trasferiti a Torino nel 2015 e avevano utilizzato delle documentazioni false per ottenere delle borse di studio.
Il traffico di droga e la diffusione della propaganda di stampo islamista su Internet
Recentemente i giovani tunisini si erano spostati da Torino a Pisa, dove si erano distinti nel traffico di sostanze stupefacenti. Proprio tale attività di spaccio è stata attentamente monitorata e indagata da parte dei Carabinieri, che contemporaneamente hanno accertato i legami tra il gruppo nordafricano e organizzazioni terroristiche legate ai militanti dell'autoproclamato 'Stato Islamico'.
Andando nello specifico, le stesse indagini hanno appurato i collegamenti esistenti tra i tre ragazzi nordafricani e la sezione tunisina dell'organizzazione 'Ansar al Sharia', un gruppo islamista radicale legato e sostenuto dai miliziani del Califfato.
Inoltre, dall'indagine si è appreso che il gruppo tunisino era fortemente impegnato nella diffusione della propaganda di stampo jihadista su Internet.
Tali notizie non devono far sorprendere, in quanto è risaputo che i 'foreign fighters' dello Stato Islamico sono fortemente impegnati nel propagandare l'ISIS nel mondo del web e sono spesso coinvolti nel traffico di sostanze stupefacenti.