Si pensa che Paolo Villa possa essere l'assassino della sorella Amalia di 85 anni, e della nipote Marinella, di 52. Paolo Villa, per gli amici Paolino, di 75 anni, stava attraversando un brutto periodo, che chi lo conosce bene definisce "balordo". Il Paolino era stato assessore comunale, aveva vinto il premio dell'organese dell'anno (come miglior cittadino di ornago, il paese dove risiedeva con le donne), e si occupava dell'associazione dei donatori di sangue, insomma era quel che si può definire un brav'uomo.
Quando erano iniziati i tempi del Campari col bianco
Quando Paolino aveva iniziato ad avere una passione per il "Campari col bianco", gli amici al bar avevano cominciato a chiamarlo così. Paolo beveva molto, troppo, tanto che a volte loro dovevano accompagnarlo a casa perché non si reggeva sulle gambe. Non faceva confusione però, quando era su di giri, non disturbava. Era successo dopo un incidente d'auto, intorno al mese di settembre. In quell'occasione, dopo avergli fatto il test col palloncino, gli era stata tolta la patente. Da allora la vita di Paolo Villa aveva preso altri binari.
L'uomo era diventato un altro
Aveva cambiato radicalmente le sue abitudini. Non si occupava più degli altri, di chi aveva bisogno.
Proprio lui che se poteva assisteva tutti, accompagnava i malati, insomma era sempre pronto a fare del bene. Era arrivato a pesare addirittura cento chili, non seguendo più le sue cure per il diabete di cui soffriva, non si lavava né si cambiava d'abito. Paolo si era trasformato in un altro uomo.
La sorella e la nipote
La sorella Amalia e la nipote Marinella, che vivevano con lui, quasi non si vedevano mai in paese.
La sorella era quella che si occupava della famiglia, che faceva spesa, cucinava. Quella che portava ogni tanto due fiori al cimitero, sulla tomba dei suoi cari, mentre la figlia la guardava andar via dalla finestra, quella dalla quale si affacciava ogni tanto per guardare la vita, al di fuori di quelle quattro mura. I vicini dicono che tre settimane fa era caduta, nella piazza vicino a casa.
Da quel giorno neanche più le solite uscite. Nessuno si preoccupava di loro, pensandole avvinte dalla loro pace domestica.
La puzza insopportabile per le scale
Sabato scorso Paolo Villa era come al solito al bar "Al Sagrato", che si trova a duecento metri da dove abita. Dopo un po' ha avvertito un malore, tanto che il proprietario del bar ha chiamato subito il 118. Un amico accorso in suo aiuto, ha pensato di correre ad avvisare la sorella e la nipote dell'uomo. Quando è arrivato davanti al portone di casa e ha suonato il citofono per raccontare l'accaduto, nessuno è venuto ad aprire. Si è rivolto così a Chiarini, che conosceva, un inquilino del piano di sotto. In questo modo è potuta avvenire la terrificante scoperta.
I corpi giacevano sul pavimento della camera da letto, in mezzo al loro sangue. Una visione orribile, che ha costretto il Chiarini, in seguito, a rivolgersi ad una psicologa per avere un supporto. Da giorni nel palazzo aleggiava un odore nauseabondo, che nessuno poteva immaginare provenisse dalla decomposizione dei cadaveri delle poverette.
Il presunto assassino ha condiviso quell'orrore per due settimane
i rilievi scientifici hanno stabilito che la morte delle donne dovrebbe risalire ad almeno due settimane fa, quindi alla metà di gennaio. Due settimane in cui il Villa ha vissuto in quella casa, uscendo come se niente fosse, fino al suo arresto da parte dei carabinieri di Monza, guidati dal capitano Antonio Stanizzi, che lo hanno accompagnato al carcere di Monza. Il pubblico ministero Emma Gambardella ha messo in atto il fermo per duplice omicidio volontario. Non si conoscono ancora le dinamiche del delitto. Paolo villa, tace. Non rilascia dichiarazioni.