Dovranno scontare complessivamente trentaquattro anni dietro alle sbarre, cinque soggetti di etnia rom, accusati di aver costretto bambini e ragazzini, a chiedere l’elemosina per strada. La condanna è stata emessa nella mattinata di ieri - 1 febbraio 2018 - presso la Corte d’Assise del tribunale di Salerno. La banda – costituita da tre uomini e due donne, tutti zingari – è stata ritenuta colpevole di aver fatto arrivare nel nostro Paese clandestinamente più di trenta esseri umani. Questi stranieri, molti dei quali minorenni, venivano poi mandati per strada a raccogliere l’elemosina.

Più precisamente i giovani venivano spediti a Nocera Inferiore, Salerno, Napoli, e in vari comuni dell'area in questione.

Le botte e i digiuni

I bambini venivano costretti a chiedere soldi ai passanti, soprattutto vicino agli impianti semaforici, o in altri luoghi estremamente affollati, come le chiese.

Dalle indagini è emerso che i minori che non riuscivano a racimolare molti soldi, veniva puniti severamente, con pestaggi e con il digiuno protratto per diversi giorni. Gli accertamenti hanno portato alla luce una situazione di schiavitù e di violenze protratte nel tempo. Infatti, i ragazzini che portavano ai loro aguzzini cifre irrisorie, che non superavano i dieci euro al giorno, venivano picchiati selvaggiamente.

Stessa sorte per i minori che cercavano di sottrarsi alle imposizioni del gruppo criminale, e che non intendevano chiedere l'elemosina per strada.

Le indagini sono state condotte dai militari dell'arma del reparto territoriale di Nocera Inferiore a partire dal mese di aprile del 2015. Con una base strutturata nei pressi dello stadio San Francesco di Nocera Inferiore, la banda inviava i minorenni per le pubbliche vie.

Nel gruppo di delinquenti c'era chi si occupava e si dedicava principalmente al trasporto dei «piccoli schiavi» dalla Romania all'Italia. Tre persone furono intercettate e arrestate subito dopo l'inizio dell'operazione dei carabinieri.

Le condanne agli schiavisti rom

Tra i condannati anche una coppia di coniugi. Sia il marito che la moglie hanno ricevuto una pena di otto anni di detenzione, mentre altri tre soggetti sono stati condannati a sei anni di galera.

E' emerso, che due delle arrestate, erano già sfuggite ad un blitz delle forze dell'ordine eseguito più di due anni fa. Le rom sono state individuate e ammanettate in un secondo momento. Sono state dunque, accolte totalmente le richieste del pubblico ministero, Rocco Alfano. Tra i legali difensori, gli avvocati Mario Pastorino e Pierluigi Spadafora.