L’autopsia conferma che a causare la morte di Mariarca Mennella sono state cinque coltellate, due al braccio sinistro e tre al tronco. Secondo i medici legali, la morte sarebbe stata causata da «un arresto cardiocircolatorio irreversibile» al quale si è aggiunta «una anemia acuta post emorragica da sezione del polmone di sinistra, del pericardio e dell’aorta». Le accuse sono cadute subito sull’ex marito Antonio Ascione il quale, poco dopo aver accoltellato la donna, ha chiamato i paramedici dicendo di aver ferito lui stesso la ragazza e esortandoli a fare presto.

Ma i medici non sono riusciti a salvare la ragazza, che presentava delle ferite troppo profonde. A causare l’omicidio sarebbe stata la gelosia di Ascione, che non riusciva ad accettare che Mariarca si fosse rifatta una vita dopo la separazione.

La morte di Mariarca può essere considerata a tutti gli effetti l’ennesimo caso di #femminicidio in Italia. Il femminicidio è infatti definito come “l’uccisione di una donna, bambina o adulta, da parte del proprio compagno, marito, padre o di un uomo qualsiasi, come conseguenza del mancato assoggettamento fisico e psicologico della vittima (Barbagli, 2013). In Italia, soltanto nei primi dieci mesi del 2017, sono state 114 le ragazze/ donne uccise per mano di un uomo.

Cosa si cela sotto questo fenomeno?

Da una prospettiva sociologica, il femminicidio è spesso agito a causa del rifiuto di accettare che le donne stiano pian piano emancipandosi da una società patriarcale che le ha viste sottomesse per secoli. Nella mente degli assassini ci sarebbe la convinzione che la donna appartiene all’uomo.

La gelosia è spesso il movente di questi omicidi.

Un altro elemento chiave per comprendere questo fenomeno è il fatto che spesso è soltanto l’ultima goccia di un vaso già colmo degli abusi che si sono protratti nel tempo. Abusi che spesso non vengono considerati nella loro gravità perché alla base c’è un rapporto di “amore” che non permette di considerare la situazione in maniera lucida.

E’ frequente che le vittime non riescano ad accettare che gli abusi provengano da una persona verso la quale si prova affetto e che questo le porti a sottovalutare o giustificare la violenza. Inoltre le donne che subiscono abusi sono spesso anche madri e sentono su di loro una pressione che le spinge a non denunciare per non turbare il nucleo famigliare.

Tuttavia è anche vero che, spesso - purtroppo- le denunce per maltrattamento non si risolvono in un allontanamento reale e duraturo dell’aggressore.

La psicologia dell’aggressore

Elbow, in uno studio intitolato “Theoretical considerations of violent marriage”, individua quattro tipologie di uomini violenti:

1. Il controllatore: colui che esercita un controllo totale sulla propria famiglia perché teme che la sua autorità sia messa in discussione

2.

Il difensore: colui che non riesce ad accettare l’indipendenza altrui e sceglie donne da rendere dipendenti, verso le quali si pone come “difensore”

3. Colui che è in continua ricerca di approvazione: gli uomini che rientrano in questa categoria reagiscono con violenza alle critiche

4. L’incorporatore: chi tende a considerare il proprio partner come una sua proprietà ed esercita violenza di fronte alla minaccia di perdere questa proprietà.

Secondo una prospettiva psicodinamica, spesso gli uomini abusanti hanno vissuto abusi in prima persona e ciò li porterebbe a trasferire sulla nuova famiglia la violenza che hanno vissuto, in un processo “da passivo ad attivo”.

Questi individui presentano spesso un attaccamento disorganizzato (Bowlby): non hanno fatto esperienza di legami affettivi stabili e sicuri con la figura di attaccamento, ma al contrario sono stati maltrattati fin da piccoli, finendo per interiorizzare quelle modalità relazionali.Tuttavia, se da una parte è necessario comprendere cosa si nasconde nella mente di un uomo violento, dall’altra è importante sottolineare la differenza tra il comprendere e il giustificare. La violenza – in qualsiasi forma- non può mai essere giustificata e deve essere, al contrario, identificata fin dai primi segnali e denunciata alla polizia. #Superuovo