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Sale a circa 250 civili uccisi il bilancio - purtroppo ancora provvisorio - dell'attacco aereo avvenuto nelle ultime 48 ore in Siria. Tra questi anche 60 bambini che hanno perso la vita sotto i bombardamenti. 1.200 sono invece le persone rimaste ferite nel terribile raid. Un bilancio che è destinato ad aumentare col passare delle ore.

Le forze di Damasco, sostenute dagli aerei militari della Russia, hanno attaccato e raso al suolo gran parte di Ghouta, terra ai confini orientali di Damasco. A riferirlo è l' osservatorio siriano sui Diritti Umani.

Una vera e propria strage. Gli aerei hanno mirato a colpire principalmente le strutture ospedaliere. Sono, infatti, ben 3 gli ospedali andati completamente distrutti.

La posizione dell'Unicef

Si tratta di uno dei più sanguinoso e violenti attacchi dal mese di agosto del 2013, quando il regime di Damasco usò il gas nervino, denominato Sarin, per massacrare e uccidere più di mille persone.

Un vero e proprio bagno di sangue che non ha risparmiato nessuna vita, nemmeno neonati di pochi mesi.

Sulla vicenda è intervenuto anche l'Unicef, il fondo americano per i diritti dell'infanzia: "Non ci sono parole per descrivere l'orrore che sta accadendo in Siria".

Questo il commento di Geert Cappelaere, massimo dirigente dell'Organizzazione per le Nazione Unite, che ha diffuso un comunicato stampa in bianco, a voler significare che nessun discorso può rappresentare l'indignazione e lo sdegno verso una così cruenta strage degli innocenti che sta causando dolore e sofferenza a centinai di migliaia di bambini.

Le vittime

Ormai la situazione è fuori controllo. Secondo i quotidiani siriani, i raid aerei di questi due giorni sono soltanto il preludio di un bombardamento molto più ampio che potrebbe cominciare in qualsiasi momento.

Le immagini post bombardamento che stanno circolando nei telegiornali di tutto il mondo sono davvero agghiaccianti.

Un bambino di un anno di età estratto a fatica da sotto le macerie dei bombardamenti è stato ritrovato con la bocca piena di sabbia che aveva già raggiunto i polmoni e gli altri organi vitali. Fortunatamente è riuscito a salvarsi per miracolo grazie all'intervento dei medici delle organizzazioni internazionali che continuano ad operare incessantemente in ospedali improvvisati.

Toccante anche la storia di una donna gravida, al settimo mese di attesa, giunta in ospedale con una grave emorragia celebrale. I sanitari hanno cercato di salvare il feto che portava in grembo. Ma, purtroppo, non c'è stato nulla da fare.