L'inglese Matthew Falder è stato, infine, condannato a 32 anni di carcere per aver confessato 137 episodi di pedofilia, abusi sessuali e molestie. La storia del pedofilo Matthew Falder nasce e muore nel web. In particolare, il 29enne si serviva del dark web, dove adescava ragazzini, sotto falso nome e spesso fingendosi donna, e li persuadeva a compiere atti umilianti e depravati.
Le molte identità del pedofilo
Tra questi, il caso più grave riguarda un bambino di 4 anni che è stato violentato da un gruppo di teenager incitati dall'orco. Almeno altre tre persone hanno tentato di togliersi la vita dopo aver inviato a Falder delle fotografie che li ritraevano in azioni umilianti o degradanti come leccare la tavoletta del wc o mangiare cibo per cani.
Pare che una delle identità usate dal pedofilo fosse quella di un’artista donna, che cercava fotografie particolari da poter trasformare in quadri o disegni.
La peculiarità di questa storia, che ha fatto discutere molto i tribunali inglesi, è che Matthew Falder non ha mai incontrato nessuna delle sue vittime nella vita reale. È stato arrestato dopo una lunga indagine internazionale portata avanti dalla National Crime Agency.
Si può parlare di una vera e propria doppia vita: Falder, infatti, era un ricercatore in geofisica presso l'Università di Birmingham. Nessuno avrebbe potuto sospettare, se non vi fosse stata questa indagine nel web, che si trattasse di 666devil (uno dei nickname che usava nel dark web) nonché un membro di diverse comunità virtuali dove venivano postati video di abusi violentissimi, spesso perpetrati a danni di minorenni.
Le telecamere nascoste
Quando non riusciva a persuadere con l’inganno, Falder usava il ricatto: aveva piazzato delle telecamere nascoste nel bagno della casa dei suoi genitori e addirittura in alcuni bagni pubblici. Dopo aver registrato le vittime ignare, inviava loro mail anonime dove faceva le sue richieste per non divulgare i contenuti in suo possesso. Il giudice Philip Parker, che lo ha condannato, lo ha definito come un "bandito di internet", una personalità altamente sadica e manipolativa.
Matt Sutton, uno dei funzionari della National Crime Agency che ha contribuito alle ricerche e all'arresto di Falder, ha invece dichiarato di non aver mai incontrato, in tutta la sua carriera, una persona che agisse con tanto sadismo, solo per il gusto di divertirsi e procurare profonde angosce nei malcapitati