"Ho fatto un guaio grosso". E poi: "Ho una ragazza morta in casa". Con queste frasi allarmanti, stamattina verso le 10 e 30, il 39enne tramviere Alessandro Garlaschi dipendente dell'Atm di Milano avrebbe dato il "buongiorno" al portiere dello stabile al civico 93 di via Brioschi dove abita. Era sceso in cortile con gli abiti sporchi di sangue e le mani fasciate. Poi ha chiamato lui stesso la polizia e si è consegnato agli uomini della Squadra Mobile. Le prove sarebbero numerose e schiaccianti, dicono gli inquirenti, anche se per ora le sue ammissioni sono state parziali.
Un nuovo atroce caso dopo quello della 18enne Pamela Mastropietro. Avrebbe ucciso la 19enne Jessica Valentina Faoro, una ragazza fragile dal passato problematico che con sua moglie da qualche giorno ospitava in casa. Contro di lui si profila l'accusa di omicidio volontario.
Il 'raptus' dopo un rifiuto
Sarebbe stata uccisa per aver rifiutato le sue pesanti avances. Garlaschi, approfittando dell'assenza della moglie, avrebbe tentato un approccio sessuale: respinto, l'avrebbe aggredita con un coltello. Poi preso dal panico avrebbe tentato di far sparire il corpo della ragazza dandole fuoco, di tagliarsi i polsi. Quindi si è disfatto del coltello che gli inquirenti hanno cercato nei locali della spazzatura al centro del complesso di palazzine.
Ma la dinamica dell'omicidio è ancora poco chiara, così come i rapporti con la ragazza. Inizialmente il tramviere aveva detto alla polizia che c'era stata una colluttazione mentre la ragazza gli faceva un'iniezione per il diabete. Di certo le fasciature che aveva alle mani, dimostrano che è rimasto ferito. La bella ragazza dai lunghi capelli biondi, gli occhi chiari, minuta, con trascorsi in una comunità, da qualche giorno viveva nella casa di Garlaschi e della moglie, probabilmente in subaffitto o come ragazza alla pari facendo delle pulizie. Anche questo punto è da chiarire. L'omicidio al secondo piano dello stabile di proprietà di una cooperativa di tramvieri, è avvenuto alle 4 di notte. Ma Garlaschi ha chiamato la polizia solo dopo le 10 e 30 quando la moglie è rientrata.
Interrogato a lungo in casa dalla pm Cristina Roveda e dagli uomini della squadra mobile, ha fatto alcune parziali ammissioni. Non una piena confessione. E' in stato di fermo. Una volta concluso l'interrogatorio, il magistrato chiederà la convalida del fermo al gip del Tribunale di Milano. La moglie, invece è stata portata via in lacrime per essere sentita anche lei dagli inquirenti.
Cupo e maniacale
I vicini di casa lo descrivono come maniacale, strano. E poi scostante, cupo, un tipo a tal punto ombroso che non salutava mai. Lui e la moglie vivevano da anni nelle case dei dipendenti Atm, ma avevano cambiato appartamento a seguito di litigi con una vicina che lo aveva denunciato per atti persecutori.
Aveva un precedente per stalking risalente al 2014. Poi, negli ultimi tempi, per ripetuti incidenti sia pure di lieve entità come tramviere, i superiori avrebbero cercato di sollevarlo dall'incarico. Alcuni coinquilini ricordano d'averlo visto proprio qualche sera fa mentre accompagnava la ragazza che portava a passeggio il suo cane. Un collega tramviere ha detto che Garlaschi gli aveva raccontato di tenere la ragazza in casa perché gli stirava le camicie, ma faceva vedere sul cellulare le sue foto su Facebook. In passato si era vantato di una ragazza che avrebbe stirato a casa sua in topless. E' stato portato via tra gli insulti dei vicini: "Mostro, devi marcire in galera". Sulla pagina Facebook di Jessica che secondo voci avrebbe avuto un bambino, l'ultima frase è di Chaplin: "Un giorno senza sorriso è un giorno perso". Ora il suo sorriso è stato spento per sempre.